Un’altra morte sospetta si aggiunge alla serie di decessi oggetto di indagini presso l’ospedale Papardo di Messina. Questa volta, i familiari di un uomo di 82 anni, originario di Ragusa ma residente da decenni in Australia, hanno presentato un esposto tramite l’avvocato Massimiliano Fabio per far luce sulle cause del decesso. L’anziano era stato ricoverato il 17 settembre scorso dopo un intervento di angioplastica, ma il suo caso potrebbe rientrare nella catena di eventi che ha portato al sequestro delle sale operatorie di Cardiochirurgia da parte della Procura per la presunta presenza di batteri killer.
Il caso dell’82enne: un iter sanitario controverso
L’uomo si trovava in vacanza a Stromboli quando è stato colpito da un infarto e trasferito in elisoccorso al Papardo, dove è stato sottoposto a una prima angioplastica con l’applicazione di uno stent. Nonostante le rassicurazioni sul suo stato di salute, i medici avevano ipotizzato un secondo intervento per affrontare calcificazioni coronariche, che sarebbe stato eseguito senza ulteriori applicazioni di stent.
Pochi giorni dopo, però, le condizioni dell’82enne si sono aggravate a causa di un’infezione inizialmente attribuita alle vie urinarie e successivamente ai polmoni. Ricoverato in terapia intensiva, l’anziano è deceduto il 17 settembre. “La famiglia era stata rassicurata sul buono stato di salute e non vi erano urgenze per un viaggio immediato in Italia,” ha dichiarato l’avvocato Fabio, aggiungendo che è necessario chiarire se vi siano collegamenti con la situazione di emergenza sanitaria già in atto al Papardo.
L’inchiesta della Procura
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dalle pm Annamaria Arena e Alice Parialò, procede per accertare eventuali responsabilità. Le due sale operatorie di Cardiochirurgia sono state sequestrate dopo rilievi che hanno evidenziato la possibile presenza di batteri responsabili di infezioni mortali. Al momento, sei persone sono indagate per omicidio colposo. Si tratta di Catena Di Blasi, direttrice generale dell’ospedale Papardo; Paolo Cardia, direttore sanitario; Vincenzo Manzi, direttore amministrativo; Francesco Patanè, direttore dell’Uoc di Cardiochirurgia; Maria Chiara Zucchetti, direttrice dell’Uoc di Rianimazione; e Silvio Tommasini, responsabile della Terapia Intensiva Post-Operatoria. Le responsabilità ipotizzate riguardano sia la gestione delle sale operatorie che il coordinamento delle cure prestate ai pazienti.
I precedenti e le ombre sul Papardo
L’inchiesta non si limita al caso dell’82enne. Emergono altri episodi che sollevano interrogativi sull’organizzazione e la trasparenza del reparto di Cardiochirurgia. Tra questi, una vicenda in cui un medico avrebbe indirizzato un paziente verso altre strutture invece di farlo ricoverare al Papardo, un episodio denunciato dal professor Patanè alle autorità sanitarie e regionali, senza però esiti concreti.