La Procura di Palermo ha chiesto una condanna a 4 anni di carcere per Pietro Ciucci, ex amministratore delegato di Anas e attuale presidente della società Stretto di Messina. La richiesta di condanna coinvolge anche due dirigenti di Anas: Stefano Liani, per cui sono stati richiesti 3 anni e 3 mesi, e Michele Vigna, per il quale è stata proposta una pena di 6 mesi. I tre dirigenti sono accusati di induzione a dare o promettere utilità, mentre le imputazioni di attentato alla sicurezza dei trasporti e falso sono state dichiarate prescritte nel corso del processo.
La vicenda del viadotto Scorciavacche
Il caso trae origine dal cedimento del viadotto Scorciavacche, parte della strada statale Palermo-Agrigento. La struttura, aperta al traffico senza il collaudo definitivo, crollò parzialmente poco dopo la sua inaugurazione, che avvenne nel periodo natalizio del 2014. In particolare, l’opera fu danneggiata nei primi giorni di gennaio del 2015, destando grande clamore poiché il viadotto era stato inaugurato solo pochi giorni prima.
La Procura ha accusato Ciucci e gli altri dirigenti di aver proceduto con l’apertura di un’infrastruttura costruita su un terreno instabile, senza aver rispettato le dovute precauzioni e senza collaudo finale. Nel corso degli anni, il procedimento giudiziario è stato rallentato da un conflitto di competenza tra la Procura di Palermo e quella di Termini Imerese, risolto infine dalla Cassazione, che ha riportato il caso alla giurisdizione di Palermo. Durante il processo, le accuse nei confronti di altri nove imputati sono state dichiarate prescritte.
Le dichiarazioni di Pietro Ciucci
In una nota ufficiale, Pietro Ciucci ha espresso stupore per la richiesta di condanna, dichiarando: “Sono sorpreso, ma confido che la magistratura faccia luce su questa faccenda”. Ciucci ha inoltre precisato che non si trattò di un vero crollo del viadotto, ma di un cedimento di una parte del rilevato stradale, già chiuso cautelativamente al traffico prima dell’incidente.
Ha anche smentito l’esistenza di una inaugurazione ufficiale e “in pompa magna” per il viadotto, sostenendo che il tratto fu temporaneamente aperto, ma chiuso subito dopo in via precauzionale. Ciucci ha poi spiegato che non vi erano incentivi legati all’apertura anticipata dell’opera e ha sottolineato l’importanza relativa dell’investimento del viadotto Scorciavacche, che rappresentava una piccola parte dei tre miliardi di euro in opere aperte al traffico da Anas nel 2014.
Con la richiesta di condanna, si attende ora la decisione del tribunale. Ciucci ha annunciato che, insieme ai suoi legali, ripresenterà in aula prove a difesa e argomentazioni a supporto della propria posizione.