La notte americana ci consegna Trump 47° Presidente degli Stati Uniti d’America

di Palmira Mancuso  – La società americana è molto diversa dalla nostra e non possiamo usare il nostro metro per commentare: Donald Trump ha trasformato la paura in rabbia e la rabbia in speranza. Elon Musk gli ha dato una grossa mano. E così gli americani hanno votato eleggendo il tycoon repubblicano, che vola al suo secondo mandato presidenziale (il secondo presidente nella storia ha riconquistare la Casa Bianca in due elezioni non consecutive, l’altro era stato Grover Cleveland, 22mo e 24mo presidente, tra il 1885 e il 1889 e poi tra il 1893 e il 1897, ndr). Nel suo discorso non ha acceso i toni, ma ha promesso una nuova età dell’oro per il Paese, dichiarando a Palm Beach: “Lotterò per ogni cittadino, per ogni famiglia. Ogni giorno lotterò con tutte le forze, non mi fermerò mai finché non avremo reso l’America forte, prospera e sicura”.

Non dimentichiamo che i democratici hanno cominciato ad operare alacremente perché Trump vincesse le primarie, convinti che fosse il candidato più facile da battere. Adesso si apre un nuovo ciclo, oscuro per le sorti del mondo e dell’ Europa. Il voto popolare consegna ai democratici americani l’ amara realtà di uno scollamento con quella parte di società che se non si riconosce in una sinistra credibile si nutre di paure e pensa che chiudersi sia la soluzione. Forse adesso che si è toccato il fondo sarà più facile trovare la spinta a quel cambiamento che si è fermato ad Obama, senza provare a superare la confort zone di un establishment che doveva osare di più. Pensiamo per un momento a Kamala Harris: per gli americani la vice di Biden, che era il vice di Obama. Al tentativo di nascondere fino alla fine la gravità delle condizioni psicofisiche di Biden. Insomma errori che si pagano. Adesso cerchiamo di rimanere equilibrati anche noi. Ma il timore è che l’ asse dell’ internazionale nera farà un’ accelerazione per indebolire tutti gli strumenti di garanzia del diritto internazionale.

Nel frattempo i giovani governatori democratici avranno il tempo e il modo di costruire una nuova opposizione. Mentre noi europei dovremmo piuttosto lavorare a rafforzare la nostra democrazia, e mai come oggi gli Stati Uniti d’Europa restano l’ unica opzione all’ internazionale nera del sovranismo e delle democrature.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it