Una nota è stata diffusa oggi dai “Cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto” di Invece del Ponte, in risposta all’incontro tra il Sindaco di Messina e Pietro Ciucci, Amministratore delegato della Società del Ponte sullo Stretto di Messina (SdM). La nota denuncia quella che viene definita una “pantomima” e sottolinea come la città rischi di essere presa in giro da promesse vuote e progetti privi di un reale valore per il territorio.
La nota fa riferimento alla Commissione Ponte tenutasi ieri, durante la quale l’amministrazione comunale aveva richiesto fermamente che le opere compensative fossero realizzate prima dell’avvio dei lavori del ponte. Tra queste opere, il Comune ha chiesto il ripristino dei fondi per infrastrutture essenziali come strade e reti idriche, fondi che erano stati destinati a Messina tramite i finanziamenti FSC, ma successivamente spostati per finanziare il progetto del ponte.
Oggi, con l’arrivo dell’AD Pietro Ciucci, l’amministrazione ha assistito a rassicurazioni apparentemente generose ma, secondo la nota dei cittadini, senza sostanza. Ciucci ha garantito che le opere per la città verranno realizzate, ma ha rimandato il tutto a una futura Conferenza dei Servizi e all’approvazione del CIPESS, passaggi che, stando alla nota, confermano come “chi promette cose di cui non dispone prenda in giro gli interlocutori”.
“Invece del Ponte” rileva che le opere annunciate da Ciucci, come una metropolitana “finta” con sole tre fermate su un tracciato di venti chilometri e raccordi ferroviari esclusivamente pensati per il ponte, sembrano inutili alla città, destinate a restare come ferite aperte sul territorio se il progetto non dovesse mai essere completato. Nella nota, emerge il timore di una devastazione dell’area di Messina con la realizzazione di gallerie e opere che finirebbero “nel nulla” e non servirebbero altro che a scavare, asfaltare e trasportare materiali, più per interesse del cantiere che per le necessità della comunità.
A conclusione della nota, i cittadini invitano a una riflessione seria sulla realizzabilità del ponte stesso, posto su una faglia sismica attiva, mettendo in discussione la sostenibilità e la sicurezza dell’opera. La richiesta è chiara: “parliamo di cose serie”, non di promesse che la città rischia di pagare a caro prezzo in termini di ambiente e vivibilità.