Padre Amante ineleggibile a garante dell’Infanzia: il parere della Segreteria Comunale e l’imbarazzante silenzio di Sindaco e Assessora

Nero su bianco. Senza tema di smentita, quello che solo alcuni tacciati di “sciacallaggio” hanno detto sin dal giorno seguente la nomina del garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune, oggi trova conferma nel massimo organo di garanzia dell’Amministrazione: il parere ufficiale della segretaria generale del Comune, Rossana Carrubba. Il documento, protocollato al n. 0328128/2024 in data 15 ottobre 2024, chiarisce definitivamente che, essendo Padre Amante un sacerdote ortodosso, il suo ruolo è assimilabile a quello di “ministro di culto”, una condizione che rende la sua nomina illegittima secondo l’art. 2.2 del Regolamento “Istituzione del Garante dei diritti per l’Infanzia e l’Adolescenza” e l’art. 9 della Legge Regionale n.31 del 24 giugno 1986.
Nonostante la chiarezza del parere protocollato, fino a oggi non si è registrata alcuna pubblica reazione da parte dell’amministrazione comunale. Né il sindaco Basile, né il direttore generale Puccio hanno rilasciato dichiarazioni, e soprattutto si nota il silenzio dell’assessora Alessandra Calafiore.

Il sacerdote ortodosso, con una carriera pregressa da agente assicurativo, era stato selezionato nonostante il suo curriculum fosse giunto ultimo in ordine di tempo rispetto a quello degli altri quattro candidati e palesemente poco sostanzioso rispetto al ruolo. Di bambini infatti si parla solo per delle esperienze come volontario nei campi estivi dei salesiani, e poi per l’associazione che grazie anche al contributo di Cateno De Luca, ha dato notorietà al sacerdote ortodosso impegnato sul fronte degli aiuti all’Ucraina. Carrubba ha così sgombrato il campo dai dubbi, evidenziando che la nomina di Padre Amante è stata, di fatto, un errore. Tuttavia, nonostante la chiarezza giuridica espressa dalla segretaria generale, la vicenda sembra destinata ad aprire nuovi fronti di polemica politica. In molti si chiedono come sia stato possibile che un incarico così delicato venisse affidato a una persona che non possedeva i requisiti necessari.

Il consigliere comunale Alessandro Russo e Angela Rizzo con l’Associazione Diritti in Movimento hanno fatto emergere per primi le criticità oggi inconfutabili, ma  adesso la palla passa al sindaco e al direttore generale del Comune, chiamati a chiarire come si sia arrivati a questo punto.

Il parere della segretaria generale, pur avendo sgombrato il campo dai dubbi giuridici sulla nomina, sembra destinato ad aprire un nuovo fronte di polemica politica.

Il rischio che questa situazione sfoci in un caso di mala gestio, o quanto meno di evidente superficialità, è concreto. Affidare un incarico così delicato a una persona priva dei requisiti richiesti è un errore che getta ombre sull’intero processo di selezione. Le prossime settimane saranno decisive per capire se l’amministrazione comunale deciderà di affrontare pubblicamente la questione o se preferirà mantenere il silenzio.

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