Un nuovo accordo di secondo livello è stato siglato in ATM S.p.A., con la firma di CGIL, UIL e UGL, ma l’intesa non soddisfa le sigle sindacali Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA, che sollevano dubbi sia sul contenuto dell’accordo sia sulla modalità con cui è stato raggiunto. Il confronto è avvenuto a tavoli separati, escludendo di fatto le altre organizzazioni sindacali e, soprattutto, i lavoratori, che non hanno potuto partecipare attivamente alla trattativa.
Le sigle critiche evidenziano che, sebbene si parli di un “importante traguardo”, le decisioni prese senza il coinvolgimento diretto dei dipendenti rischiano di compromettere diritti fondamentali. Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA sottolineano come nell’accordo originario unitario, firmato da tutte le sigle, fossero presenti punti essenziali per la tutela dei lavoratori: limitazione dei provvedimenti disciplinari, abolizione della messa in mora, rispetto della legge 104 per l’assistenza ai familiari disabili senza penalizzazioni, turni più sostenibili e aumento del premio economico.
Secondo le sigle escluse, queste misure fondamentali potrebbero essere a rischio. Essi temono che l’accordo attuale, discusso a porte chiuse e senza trasparenza, possa nascondere concessioni eccessive sull’aumento della flessibilità delle mansioni e sulla gestione autoritaria del personale. Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA si dicono pronte a opporsi fermamente qualora i diritti inalienabili dei lavoratori non siano garantiti, facendo leva anche su una recente sentenza della Cassazione che permetterebbe ai propri associati di mantenere il vecchio accordo.