Svolta nell’inchiesta sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea: venti indagati verso il rinvio a giudizio

La Procura di Messina ha segnato una svolta importante nell’inchiesta sulla gestione ultraventennale della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Il sostituto procuratore della Distrettuale antimafia di Messina, Rosanna Casabona, ha chiesto il rinvio a giudizio per venti indagati, tra cui sindaci, funzionari regionali, amministratori e commissari liquidatori della società TirrenoAmbiente Spa. Le accuse mosse a vario titolo comprendono disastro ambientale, gestione illecita dei rifiuti, avvelenamento delle acque e inquinamento ambientale.

Il sito incriminato, situato in contrada Zuppà, rappresenta una vera e propria bomba ecologica per tutto il territorio circostante. Secondo quanto riportato dall’Arpa già nel 2015, la discarica contiene oltre 90 milioni di litri di percolato, un liquido altamente inquinante, che potrebbe fuoriuscire in modo devastante, mettendo in pericolo gli ecosistemi locali e le falde acquifere del comune di Furnari.

Tra gli imputati figurano nomi di spicco come Sonia Alfano, Giuseppe Antonioli, Pierluigi Biffo, Salvatore Cocina (attuale capo della Protezione civile regionale), Calogero Foti, Maurizio Costa e il curatore fallimentare della TirrenoAmbiente, Angelo Vitarelli. La lista si estende anche ad altre figure pubbliche e private che, a vario titolo, hanno avuto responsabilità nella gestione della discarica. Il giudice per le indagini preliminari, Salvatore Pugliese, ha fissato l’udienza per l’11 ottobre presso il Tribunale di Messina.

Le parti offese nell’inchiesta includono il Comune di Mazzarrà, la Regione Sicilia, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute, oltre a Legambiente Sicilia e Wwf Italia. Il sindaco di Furnari, Felice Germanò, ha già annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile, sottolineando che il suo comune, essendo confinante e con pozzi idrici a valle, è direttamente minacciato dalla situazione della discarica.

Un altro elemento preoccupante è l’incendio che ha devastato il sito lo scorso giugno, causando ulteriore allarme nel circondario. Nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, le fumarole attive continuano a generare preoccupazioni. Anche su questo fronte sono state avviate ulteriori indagini.

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