Si è concluso ieri, presso la Corte d’Appello di Messina, il lungo processo penale che ha coinvolto il comandante Salvatore Arena per l’affondamento dell’aliscafo “Masaccio” nel porto di Stromboli nel 2016. Dopo sei anni di battaglie legali, Arena, accusato di naufragio colposo, è stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”. Un verdetto che riabilita l’operato del comandante, già lodato all’epoca dell’incidente per il suo coraggio e la sua professionalità.
Arena, 59 anni, originario di Torre Faro, era stato al centro di una vicenda giudiziaria che aveva messo in discussione la sua condotta al comando dell’aliscafo “Masaccio” della compagnia Liberty Lines. L’episodio risale al giugno del 2016, quando l’aliscafo rischiò di affondare durante l’attracco al porto di Stromboli. Grazie a una manovra tempestiva e alla sua freddezza, Arena riuscì a evitare una tragedia, mettendo in salvo i 70 passeggeri a bordo e l’equipaggio. L’operato del comandante fu elogiato pubblicamente, con molti passeggeri che tornarono a Stromboli per ringraziarlo personalmente.
La vicenda processuale, tuttavia, aveva gettato un’ombra su quell’episodio, ma la sentenza di ieri ha definitivamente chiarito ogni dubbio sull’integrità e la professionalità di Arena. Il collegio difensivo, composto dall’avvocato penalista Luca Romano e dall’avvocato marittimista Marco Morace, entrambi del foro di Napoli, ha dimostrato l’infondatezza delle accuse. Determinante è stato anche il contributo dell’ingegnere Pasquale Romano, perito di Napoli, e del comandante Giuseppe Li Volsi, perito di Trapani, che hanno offerto una ricostruzione tecnica dell’incidente, evidenziando come l’azione del comandante fosse stata decisiva per evitare conseguenze peggiori.
Arena ha sempre mantenuto la sua innocenza, sottolineando come il suo unico obiettivo fosse la sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio. Lo stesso compianto Giuseppe Sanò, allora consigliere della VI Circoscrizione di Messina, aveva chiesto all’allora sindaco Accorinti che Arena ricevesse un encomio per il suo gesto, lodando le sue qualità di comandante e il legame con il mare dello Stretto. Ecco cosa scrisse : “Chi ha la fortuna di conoscerlo sa bene di quale pasta sia fatto, un uomo nato e cresciuto sulla terra bagnata dallo Stretto di Messina, di cui mi inorgoglisce condividere le origini, addestrato dalla natura impetuosa del nostro mitico mare e forgiato sotto le intemperie vissute nei lunghi anni trascorsi lontano dalla propria terra”.
Il verdetto di assoluzione con formula piena non solo chiude una lunga parentesi giudiziaria, ma restituisce a Salvatore Arena il meritato riconoscimento per la sua condotta impeccabile in una situazione di estrema emergenza. (pal.ma)