Svolta nell’inchiesta sulla morte del nostromo Gaetano Puleo: tre a processo

Dopo oltre tre anni dalla tragica morte del nostromo Gaetano Puleo, avvenuta il 24 febbraio 2021 a bordo del traghetto “Elio” della Caronte & Tourist, l’inchiesta giudiziaria ha fatto un significativo passo avanti. Il gup Eugenio Fiorentino, nel corso dell’udienza preliminare, ha deciso di rinviare a giudizio tre imputati: Giuseppe Cama, comandante del traghetto, la società Caronte & Tourist e l’armatore Luigi Genchi. Questa decisione accoglie la richiesta della pm Stefania La Rosa, aprendo così la strada al processo che prenderà il via il 28 febbraio 2025.

La vicenda ha suscitato molta attenzione, anche per le proteste dei familiari di Puleo, che hanno lottato incessantemente per ottenere verità e giustizia. La moglie Giuseppina La Torre e i figli Giovanni, Salvatore ed Anna, assistiti dagli avvocati Claudio Calabrò e Francesco Rizzo, si sono costituiti parte civile nel processo. In passato, la famiglia aveva manifestato la propria frustrazione per i lunghi tempi della giustizia con un sit-in davanti al Tribunale di Messina.

Gaetano Puleo perse la vita in un incidente durante le operazioni di ormeggio del traghetto al molo Norimberga di Messina. Secondo la ricostruzione, una gomena utilizzata per l’attracco della nave si impigliò, e mentre il nostromo stava verificando la situazione, si tese improvvisamente. L’improvvisa sferzata della cima lo scaraventò contro la parte superiore dell’apertura della nave, facendolo poi cadere in mare, dove fu recuperato dai suoi colleghi, rimasti sconvolti dalla scena.

Le accuse mosse contro gli imputati riguardano l’omicidio colposo e la violazione delle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Il comandante Cama, l’armatore Luigi Genchi, datore di lavoro di Puleo, e la Caronte & Tourist come persona giuridica, sono ritenuti responsabili per l’incidente mortale.

La figura di Gaetano Puleo, molto apprezzata e stimata nell’ambiente marittimo, resta al centro del dolore di amici e colleghi. Il nostromo Salvatore Vadalà, che Puleo sostituiva quel giorno, aveva raccontato con profondo rammarico: “Gaetano era il mare… e il mare se l’è portato via”.

L’inchiesta è stata accompagnata anche da un’indagine formale condotta dalla Direzione marittima di Catania, che ha fornito alla Procura di Messina un rapporto dettagliato, evidenziando chiare responsabilità nell’accaduto. Il traghetto “Elio”, su cui si consumò la tragedia, è noto per essere una nave particolarmente complessa, un fattore che potrebbe aver contribuito all’incidente.

Ora, con l’avvio del processo, si spera che si possano chiarire definitivamente le circostanze della tragedia e che i familiari di Puleo possano finalmente ottenere giustizia per la tragica perdita del loro caro.

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