Il servizio Scuolabus a Messina “a domanda individuale”: l’ultima “asquinata” in Commissione consiliare

Durante la Commissione Consiliare ai Servizi Sociali del Comune di Messina del 17 settembre 2024 (di cui non vi è traccia sul sito preposto del Comune, così come accaduto alla precedente in barba alla trapsrenza), è emersa una nuova “asquinata”, di quelle che possono annoversarsi tra una fake news col beneficio del dubbio sulla possibile mancata conoscenza delle leggi. Nonostante quanto dichiarato in quella sede, infatti, il servizio scuolabus non è da considerarsi a domanda individuale, come chiarito da normativa e giurisprudenza, sollevando dubbi su come il Comune stia gestendo la compartecipazione delle famiglie in base all’ISEE.

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Sud del 18 settembre 2024, durante la commissione è stato affermato che “il servizio di scuolabus è a domanda individuale e prevede una compartecipazione delle famiglie in porzione al loro reddito ISEE”. Tuttavia, tale affermazione appare in contrasto con quanto stabilito dalla Delibera della Corte dei Conti Autonomie n. 25/2019, che stabilisce chiaramente che il trasporto scolastico non rientra tra i servizi pubblici a domanda individuale, come definito dal Decreto Ministeriale del 31 dicembre 1983.

Il Decreto Ministeriale del 31 dicembre 1983 elenca i servizi pubblici locali che possono essere definiti “a domanda individuale”, tra cui mense scolastiche, parcheggi custoditi, impianti sportivi, teatri e musei. Tuttavia, il trasporto scolastico non rientra in questa categoria. In altre parole, nonostante il trasporto scolastico non sia un servizio a domanda individuale, il Comune può comunque decidere di finanziarlo con risorse proprie, alleviando così il carico economico per le famiglie. Una scelta politica dunque, sulla quale è intervenuta Più Europa dopo il caso dei 77 bambini rimasti esclusi dal servizio perchè “morosi.

La Delibera della Corte dei Conti, Autonomie, n. 25/2019, offre ulteriori chiarimenti su questo tema. La Corte afferma che gli enti locali, nell’ambito della propria autonomia finanziaria, possono finanziare il servizio di trasporto scolastico con risorse proprie, permettendo una minore compartecipazione da parte delle famiglie. Qualora il servizio fosse rivolto a categorie particolarmente deboli o disagiati, la contribuzione potrebbe anche essere nulla o di modesta entità, a seconda delle diverse situazioni economiche dei beneficiari, valutate attraverso l’ISEE.

È dunque evidente che il trasporto scolastico non debba essere trattato come un servizio a domanda individuale. Nonostante ciò, a Messina, questa impostazione errata ha portato a una gestione del servizio che grava eccessivamente sulle famiglie. Nell’ultima Commissione Consiliare ai Servizi Sociali, è stato ribadito che le famiglie devono compartecipare al costo del servizio scuolabus in proporzione al loro reddito, basandosi sull’ISEE. Questo approccio, però, non tiene conto delle indicazioni della Corte dei Conti, che permetterebbero una compartecipazione ridotta o addirittura nulla, soprattutto per le famiglie in difficoltà economiche.

Il problema sembra essere riconducibile alla mancata lettura o comprensione delle disposizioni della Corte dei Conti, che, come riportato nella Deliberazione della Giunta Comunale n° 237 del 25 agosto 2022, viene citata ma probabilmente non applicata correttamente.

La mancata applicazione di queste direttive ha già prodotto conseguenze tangibili. Attualmente, 77 famiglie sono state escluse dal servizio di trasporto scolastico per morosità. E fino a quando non sarà pubblicata una nuova graduatoria che tenga conto delle reali disposizioni della Corte dei Conti, queste famiglie continueranno a rimanere escluse, con un impatto diretto sulla loro capacità di far frequentare la scuola ai propri figli.

La situazione solleva quindi interrogativi importanti sull’equità con cui viene gestito il servizio e sulla corretta applicazione delle normative. È fondamentale che l’amministrazione comunale riveda la propria posizione, allineandosi alle disposizioni della Corte dei Conti per garantire che il servizio scuolabus sia realmente accessibile a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche delle famiglie.

Il trasporto scolastico non è un servizio a domanda individuale e, come tale, il Comune di Messina ha il dovere di garantire l’accessibilità al servizio senza porre sulle famiglie un peso economico ingiustificato. Le normative esistenti, se correttamente applicate, permetterebbero una gestione più equa e solidale del servizio scuolabus. È quindi urgente un intervento dell’amministrazione per correggere questa anomalia e tutelare il diritto all’istruzione dei bambini della città.

Ai posteri l’ardua sentenza, ma nel frattempo la necessità di un cambio di rotta è chiara e non più rinviabile.

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