77 bambini esclusi dallo scuolabus: critiche sulla gestione della Messina Social City, ma Asquini parla di “welfare di prossimità”

Un fatto grave emerge dalle parole dell’ex Garante dell’Infanzia Angelo Fabio Costantino: 77 bambini non potranno usufruire del servizio scuolabus a causa della morosità delle loro famiglie. Il problema, denunciato da Costantino attraverso un post sui social, evidenzia il dramma che molte famiglie stanno vivendo, in cui spesso le difficoltà economiche si trasformano in una barriera insormontabile per garantire ai propri figli un diritto fondamentale: l’istruzione.

Nel suo messaggio, Costantino sottolinea come il problema della morosità rischi di ricadere interamente sui bambini. “A loro qualcuno dovrà spiegare perché quest’anno non potranno prendere il pulmino insieme ai compagni, con l’accortezza però di non umiliarli”, scrive. Un pensiero che mette in luce la fragilità emotiva di questi minori, già vittime di una situazione familiare difficile. Le famiglie, prosegue Costantino, saranno costrette a farsi carico del trasporto, se ne avranno la possibilità economica. Ma la domanda che resta sospesa è chi pagherà il prezzo di questa situazione.

Il servizio di trasporto scolastico, secondo i dati forniti dalla presidente della Messina Social City, vede oggi circa 896 studenti ammessi, con 77 esclusi per morosità. Numeri che testimoniano una contraddizione di fondo: mentre si fa tanto parlare di inclusione e sostegno alle famiglie in difficoltà, si lasciano indietro proprio quei bambini che avrebbero maggior bisogno di un supporto.

Costantino denuncia il paradosso: in una città che già registra dati preoccupanti sulla dispersione scolastica, lasciare 77 bambini senza scuolabus significa aggravare una situazione sociale già complessa. Secondo il report di Save the Children, circa 1,5 milioni di bambini in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta, e il 16% soffre di diseguaglianze di opportunità e servizi. “Il diritto all’istruzione è uno dei diritti fondamentali della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo”, ricorda Costantino, ponendo l’accento su come le istituzioni dovrebbero garantire che il “superiore interesse del minore” prevalga su ogni altra considerazione.

Una questione di priorità
Se da un lato è comprensibile che un’azienda si preoccupi del proprio bilancio, è inaccettabile che i bisogni dei bambini vengano considerati secondari rispetto al fatturato. Costantino si domanda retoricamente quanto denaro venga sprecato in iniziative di dubbia utilità mentre si lasciano 77 bambini “a piedi”. Il messaggio è chiaro: la società, e in particolare le istituzioni locali, devono fare di più per sostenere le famiglie in difficoltà, garantendo a tutti i bambini uguali opportunità.

L’intervento di Angela Rizzo e i dati sconcertanti
Angela Rizzo, esperta del settore servizi sociali, in un dettagliato resoconto, ha ulteriormente approfondito la questione, sottolineando come la gestione del servizio scuolabus da parte della Messina Social City sembri caratterizzata da una certa disorganizzazione e da numeri altalenanti. Si parla di un aumento significativo del numero di bambini trasportati rispetto agli anni precedenti, ma al contempo emergono problematiche come quella dei 77 esclusi per morosità e dei 17 che non potranno essere ammessi per mancanza di linee disponibili.

La Rizzo ricorda che lo scorso anno la scuola Cannizzaro – Galatti ha dovuto affrontare il trasferimento delle classi a causa di lavori, aggravando ulteriormente le difficoltà per le famiglie e gli alunni, compresi quelli disabili, che si sono visti negare il trasporto scolastico. Inoltre, emerge che alcuni studenti sono ancora in attesa del servizio di trasporto richiesto per l’anno scolastico 2022/2023, senza che sia stato loro comunicato che non ne avrebbero mai beneficiato.

Una riflessione amara
Costantino conclude il suo post con una riflessione dura ma necessaria: “Se a questo diritto negato si aggiunge che il minore così facendo non è messo in condizioni di frequentare la scuola dell’obbligo, proprio da chi dovrebbe garantire parità di diritti, è disdicevole.” Una critica che punta il dito contro le istituzioni locali, colpevoli, a suo dire, di insensibilità e cattiva gestione delle risorse.

Mentre l’assessora alle politiche sociali Calafiore e la presidente della Messina Social City Asquini esaltano i “numeri record” e il “welfare di prossimità”, la realtà è che ci sono bambini esclusi dal servizio per cause che non dipendono da loro. E nel contesto di una città che già soffre di gravi problemi sociali ed economici, lasciare 77 minori senza scuolabus rappresenta un fallimento di tutta la comunità.

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