Il rifiuto di Paulo Dybala all’offerta dell’Al Qadsiah è destinato a diventare uno degli episodi più iconici nella storia dei “grandi rifiuti” del calcio. L’attaccante argentino era a un passo dal trasferirsi in Arabia Saudita, dove avrebbe guadagnato 75 milioni di euro in tre anni, una cifra che pochi avrebbero rifiutato. Tuttavia, Dybala ha scelto di restare fedele alla Roma, annunciando la sua decisione attraverso un post su Instagram: “Grazie Roma, ci vediamo domenica”. Questo gesto ha sottolineato l’attaccamento del giocatore ai colori giallorossi e al legame con la tifoseria capitolina.
Questo episodio si inserisce in una lunga lista di “no” famosi nel mondo del calcio. Pensiamo, ad esempio, a Francesco Totti, che nel 2002 rifiutò l’offerta del Real Madrid, la squadra dei Galacticos. Totti, nell’ultima sfida della sua carriera contro i Blancos, ricevette un omaggio particolare dal presidente Florentino Perez, che gli chiese una dedica sulla maglia: “L’unico giocatore che ha detto di no al Real Madrid”. Un segno di grande rispetto per una scelta che ha contribuito a rafforzare la leggenda del Pupone.
Un altro esempio celebre è quello di Roberto Baggio, che ha sempre declinato le offerte dei giganti spagnoli, Real Madrid e Barcellona. Il “Divin Codino” ha preferito restare in Italia, mantenendo vivo il sogno di indossare la maglia azzurra. Questo dimostra come, nonostante le tentazioni di offerte astronomiche, i giocatori possano dare la priorità ai propri valori e affetti.
Anche nel mondo del calcio odierno, dove il denaro sembra spesso determinare le scelte, esistono ancora storie che parlano di lealtà e amore per i colori. Il “no” di Dybala ha avuto un impatto anche sulle quote calcio oggi, in particolare quelle relative allo scudetto dei giallorossi, ora a 26.00, con i cugini laziali staccati a 43.00. La Roma è sesta nella graduatoria delle favorite, dietro, nell’ordine, a Inter, Juventus, Milan, Napoli e Atalanta, ma questa iniezione di entusiasmo
Antonio Cassano è un altro giocatore che ha detto “no” a un grande club. In più occasioni, Cassano ha rifiutato la Juventus, affermando che il club bianconero non rappresentava la sua idea di calcio. Anche Antonio Di Natale, nel 2010, decise di rimanere a Udine, rinunciando a trasferirsi alla Juventus e preferendo coltivare sogni europei con l’Udinese.
Tuttavia, il rifiuto più leggendario alla Juventus resta quello di Gigi Riva, che preferì restare a Cagliari nonostante un’offerta incredibile da parte dei bianconeri. Riva, profondamente legato alla Sardegna, scelse di restare fedele al suo club. Un altro caso emblematico è quello di Cristiano Lucarelli, che agli inizi degli anni Duemila rifiutò un miliardo di lire offerto dal Torino, scegliendo di indossare la maglia del Livorno, la sua squadra del cuore.
Ci sono anche esempi recenti di giocatori che, come Dybala, hanno rifiutato proposte allettanti. Kakà, nel 2009, decise di non accettare l’offerta del Manchester City, appena acquisito da proprietà arabe, per restare al Milan, sostenuto dai tifosi che si radunarono sotto casa sua. E poi c’è Nikola Kalinic, che nel 2016, da giocatore della Fiorentina, rifiutò un trasferimento al Tianjin Quanjian, dove avrebbe guadagnato 36 milioni di euro in tre anni.
In conclusione, il caso Dybala si può considerare una mossa ‘socialmente utile’, confermando che, nonostante le enormi cifre in gioco nel calcio moderno, esistono ancora giocatori che preferiscono dire “no” e restare fedeli ai propri ideali.