Il 29 agosto il Comitato “Invece del ponte” ha presentato denuncia alla Commissione
Europea contro il DL 89/2024, il famoso “decreto spezzatino” che elimina l’approvazione
unitaria e in data certa del progetto esecutivo per il ponte sullo Stretto di Messina e ne
consente una approvazione centellinata (ipoteticamente “sine die”, fin quasi alla
chiusura dei lavori), secondo indefinite “fasi costruttive”.
Il Comitato afferma che questa suddivisione di fatto in lotti funzionali dell’esecuzione
dell’opera viola l’art. 46 della Direttiva 2014/24/UE, secondo cui tale frazionamento
dell’appalto deve essere prevista e regolata nel bando di gara. Il bando per il ponte,
invece escludeva espressamente al punto II.1.9 (pag. 2) ogni frazionamento dell’opera.
Il DL 89/2024, ben 20 anni dopo la pubblicazione del bando, altera le condizioni di gara,
modificando significativamente l’assetto tecnico ed economico dell’appalto e di fatto
escludendo a posteriori (ossia dopo l’aggiudicazione dell’appalto) possibili concorrenti
che avrebbero potuto partecipare alla gara in ragione della prevista suddivisione in lotti.
Il decreto dunque è in chiaro contrasto con la Direttiva 2014/24/UE e coi principi di
parità di trattamento, non discriminazione, mutuo riconoscimento, trasparenza e
concorrenza.