La recente nomina di Padre Giovanni Amante come Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune di Messina, avvenuta lo scorso marzo, torna sotto i riflettori, con un crescente dibattito sulla sua legittimità. La segretaria generale del Comune, Rossana Carrubba, ha formalmente richiesto al dirigente del Dipartimento Servizi alla Persona e alle Imprese, Salvatore De Francesco, di fornire una relazione dettagliata sulle valutazioni e le procedure che hanno condotto alla nomina del sacerdote ortodosso. Questa richiesta arriva in un contesto di polemiche che non si sono mai del tutto sopite.
Al centro della controversia vi è una legge regionale del 1986 che stabilisce l’ineleggibilità di ecclesiastici e ministri di culto a ruoli di consiglieri provinciali, comunali e di quartiere nei territori in cui esercitano la loro funzione pastorale. La norma prevede che tali figure, che includono anche coloro che hanno giurisdizione e cura delle anime, non possano assumere incarichi pubblici che richiedono l’elezione a consigliere comunale. Alessandro Russo, consigliere comunale, ha portato la questione all’attenzione del Comune lo scorso giugno, sollevando dubbi circa il rispetto di questi requisiti da parte di Amante e chiedendo alla segretaria Carrubba di verificare la conformità della nomina con quanto previsto dal Regolamento comunale.
La difesa di Palazzo Zanca si è concentrata sulla natura specifica della Chiesa ortodossa a cui appartiene Padre Amante. Secondo la segreteria del Comune, la Chiesa ortodossa presenta caratteristiche ordinamentali profondamente diverse rispetto alla Chiesa cattolica, una distinzione che giustificherebbe l’ammissibilità del sacerdote ortodosso al ruolo di Garante per l’Infanzia. Questo argomento è stato determinante nel permettere ad Amante di candidarsi, insieme ad altri tre concorrenti, presentando il proprio curriculum vitae che è stato poi valutato dal Consiglio comunale.
Rossana Carrubba, però, adesso ha ritenuto necessario un approfondimento e ha chiesto a De Francesco di relazionare dettagliatamente sulle istruttorie condotte, in particolare sui motivi per cui il ruolo di sacerdote ortodosso di Amante non sia stato assimilato a quello di “ecclesiastico o ministro di culto”, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Carrubba ha inoltre sottolineato come il parere di regolarità tecnica espresso da De Francesco sia stato determinante per l’inclusione di Amante tra i candidati valutati dal Consiglio comunale, richiedendo ora spiegazioni più esaustive.