La crisi del capo carismatico e la “weimarizzazione” del semipresidenzialismo francese

di Domenico Mazza* – Le recenti elezioni legislative francesi hanno confermato un orientamento che ormai, nel mondo occidentale, sembra regola e non più eccezione. Il termine “weimarizzazione”, utilizzato fin dal titolo, rievoca un periodo molto cupo e complesso, di grande vivacità culturale e di terribili presagi: la Repubblica di Weimar.

Così è denominata quella fase della storia dello stato tedesco successiva alla Grande Guerra, quando il contorto e artificioso potere legislativo, solo formalmente in sintonia con la Presidenza della Repubblica, portò allo sfascio l’intero sistema politico e istituzionale della Germania “prenazista”, consegnando di fatto le chiavi della cancelleria a Hitler.

In Francia, fortunatamente, l’Assemblea Nazionale è un’istituzione ancora poco ingombrante. Tuttavia, la “weimarizzazione” di cui parliamo conferma la regola della crisi del sistema presidenziale, o semipresidenziale, nel mondo occidentale.

Un ordine istituzionale che, a fronte delle istanze liberaldemocratiche, non riesce più a mantenere quegli equilibri che persino De Gaulle, nonostante il contesto storico e le continue crisi istituzionali e politiche, era riuscito a salvaguardare negli anni Sessanta.

La Quinta Repubblica Francese è stata più forte di chi voleva sovvertire le garanzie costituzionali che una presidenza elettiva avrebbe potuto abbattere. Attualmente le cose sembrano pronte ad un radicale stravolgimento, non solo nel quadro politico francese. Basti guardare oltre Atlantico per capire che, da Washington a Buenos Aires, le cosiddette “presidenze democratiche” abbiano assunto poteri che evidenziano germi di una dittatura della maggioranza.

La Francia si trova di fronte a questo bivio: mantenere una figura di presidente sempre più garante della democrazia multiculturale ma espressione delle minoranze (da Hollande in avanti lo stato dell’arte è questo), oppure ridimensionare l’eccezione europeista e liberale a favore di una presidenza nazionale.

Siamo soltanto all’inizio di lungo percorso che si concluderà nel 2027 con le elezioni presidenziali; un evento che darà una definitiva colorazione a questo lungo processo di transizione.

*Storico, Dottore di ricerca in Scienze politiche all’Università di Messina 

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