I Socialdemocratici della Sicilia hanno inviato un messaggio di congratulazioni a Keir Starmer, nuovo Primo ministro del Regno Unito e leader del Partito Laburista, che ha vinto le elezioni con una delle migliori affermazioni mai registrate nella storia della socialdemocrazia europea.
Secondo Antonio Matasso, segretario regionale del Sole nascente, «i socialisti democratici siciliani accolgono con soddisfazione la notizia che un altro grande paese europeo, con cui la Sicilia e l’Italia vantano antichi legami, torna ad essere guidato da una forza socialdemocratica, oltretutto a cento anni dalla scomparsa di Giacomo Matteotti, il quale ebbe rapporti di intensa fraternità con i laburisti britannici».
Matasso ha anche evidenziato come la guida di Starmer abbia valorizzato la lunga tradizione riformista del Labour, da cui «la socialdemocrazia continentale si aspetta una revisione di quella decisione regressiva che fu l’uscita dall’Unione Europea del Regno Unito». In tema di europeismo, nel ribadire l’intenzione di continuare a lavorare per realizzare il sogno degli Stati Uniti d’Europa, gli eredi di Saragat non nascondono una certa ironia rispetto alla decisione del Movimento 5 Stelle di aderire al gruppo della cosiddetta “sinistra radicale” al Parlamento di Strasburgo. «Dalla partecipazione al gruppo europeo di ultradestra di Nigel Farage, seguita qualche anno dopo dal varo del governo Conte-Salvini e dai suoi “decreti sicurezza” contro gli immigrati, i grillini passano con assoluta nonchalance ad un’aggregazione che non è altro se non il vecchio gruppo comunista all’Eurocamera, variamente ridenominato negli anni successivi alla caduta del Muro di Berlino, in cui oggi siede anche Mimmo Lucano.
Dall’estrema destra all’estrema sinistra nel giro di appena due legislature, senza che nessuno dei partiti dell’ex gruppo comunista chieda conto al Movimento 5 Stelle delle sue precedenti politiche di destra e anti-immigrazione. Una scelta – prosegue la nota dei Socialdemocratici siciliani – che al contempo denota e genera altra antipolitica, nella quale il solo elemento di continuità risiede nel fatto che tanto Farage quanto la famiglia politica dell’estrema sinistra hanno negato al popolo ucraino il diritto alla resistenza, nonché di far parte dell’Unione Europea, avversando invece le sanzioni contro la dittatura di Putin».