Politicamente Cateno De Luca sta affrontando a modo suo il post europee. E se ieri nell’assemblea di Fiumedinisi ha voluto anche simbolicamente ripartire da dove ha mosso i primi passi, volendo affidare al deputato Gallo e a Laura Castelli “il compito di portare avanti la nostra strategia nazionale di Libertà “, oggi a Palazzo Zanca è tornato ad essere il leader indiscusso, quello a cui il sindaco di una città deve chiedere prima di assumere decisioni. Tanto più gli assessori il cui contributo alla vita politica del partito sarà adesso al vaglio dello stesso De Luca.
Nessun dissenso: tutti gli attori coinvolti a vario titolo nell’ascesa personale e del gruppo di Sud Chiama Nord sapevano già dalle famose dimissioni in bianco richieste da De Luca ricoverato nei primi giorni di campagna elettorale, che sarebbe arrivato il tempo del redde rationem. E adesso attendono silenziosi di sapere se potranno mangiare il panettone sotto l’Albero di Palazzo Zanca.
Mentre raggiunge Taormina, dove è prevista la relazione dopo un anno dall’insediamento, e dove si attendo anche barricate in consiglio comunale alla luce degli ultimi allontanementi dal progetto deluchiano, c’è stato il tempo di un post “chiarificatore” da parte di Cateno De Luca che in un certo senso ha politicamente commissariato il Comune di Messina.