Lo scorso 23 maggio è stato inaugurato il parco urbano “Aldo Moro” a Messina, un progetto costato due milioni di euro e presentato come uno dei principali successi dell’amministrazione del sindaco Federico Basile e del suo predecessore Cateno De Luca. Tuttavia, dopo solo ventidue giorni dall’apertura, il parco è stato sequestrato dalla Procura della Repubblica di Messina a seguito di numerose segnalazioni sulla possibile presenza di rifiuti pericolosi nel sito, in particolare fonti giornalistiche ma non ufficiali parlano di amianto.
Il sindaco Basile ha dichiarato: «Siamo a conoscenza del provvedimento già da qualche giorno. È stato disposto per consentire all’Arpa di effettuare delle analisi al fine di escludere la presenza di elementi contaminanti. Siamo sempre dalla parte dell’autorità giudiziaria e per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente. Il sequestro preventivo è soltanto nell’interesse del Comune di Messina e della cittadinanza tutta. Il tempo necessario di verificare eventuali criticità, così da poter riaprire il parco nel più breve tempo possibile».
Una dichiarazione che appare incredibile: il sindaco pur sapendo “da qualche giorno” del provvedimento ha ritenuto di lasciare fruire il Parco, e persino la Messina Social City martedì 11 giugno ha portato gli anziani per una “supermerenda” con tanto di fotoreportage sulla propria pagina ufficiale.
Già poche ore dopo l’apertura, Repubblica aveva riportato diverse criticità del parco, tra cui l’assenza di servizi igienici e l’inaccessibilità per le persone disabili. L’ingresso del parco, infatti, presenta una salita senza rampe adeguate, ma solo un marciapiede tagliato, complicato ulteriormente dalla presenza di auto e moto parcheggiate di fronte al cancello arrugginito con la scritta “lavori in corso”.
Anche l’accesso in automobile si rivela problematico: la ghiaia impedisce il passaggio agevole delle carrozzine verso il prato, e una pedana in legno termina con una rampa di scale, ostacolando passeggini e sedie a rotelle.
Il consigliere di circoscrizione Renato Coletta ha inoltre denunciato i numerosi disservizi e le incongruenze del parco: «L’ennesimo spot elettorale. Dopo l’entusiasmo iniziale, ho deciso di fare un nuovo sopralluogo. Ci si trova davanti a un cantiere frettolosamente smontato, con errori di progettazione che hanno causato evidenti problemi infrastrutturali, di sicurezza e di fruibilità. Alcuni lavori sono incompleti o realizzati grossolanamente. All’ingresso manca l’apposita cartellonistica e un pericoloso dosso in corrispondenza del cancello d’ingresso è la prima avvisaglia di un’area non fruibile per i cittadini diversamente abili o per i genitori con i passeggini. Alcuni apparati elettrici all’ingresso e nello slargo non sono protetti, in quanto non dispongono di chiusura».