Servizi sociali a Messina, famiglia ancora “prigioniera” e il Comune non mantiene le pubbliche promesse

Mentre l’amministrazione sfoggiava i migliori sorrisi per l’inaugurazione di Villa Dante, una famiglia di Messina restava blindata in casa, prigioniera di un appartamento che dovrà comunque lasciare, assistendo all’ennesima beffa delle promesse mancate. E certo i benpensanti potrebbero aver fastidio che notizie diverse possano “adombrare” una giornata di grande sfoggio per l’amministrazione, ma è dovere di chi ogni giorno si occupa delle fasce più deboli di una città, in cui i servizi funzionano solo quando vengono erogati a utenti vicini “politicamente” a Cateno De Luca. Angela Rizzo, dell’associazione Diritti in Movimento, però è una osservatrice costante. Ed oggi alza la voce per denunciare l’incapacità di Messina Social City e dei servizi sociali del Comune di rispondere ai bisogni primari di una famiglia con sei figli minori.

“Non mi avete offerto una casa. Mi avete offerto una delusione.” Le parole della mamma protagonista di questa storia risuonano come un pugno allo stomaco. La famiglia, dopo anni di richieste e speranze frustrate, si è vista offrire dal Comune un alloggio in condizioni inaccettabili, una “catapecchia” che non solo non garantirebbe una vita dignitosa ai suoi figli, ma aggraverebbe le loro condizioni di salute. Come mostrano le foto in evidenza.

Un quadro desolante di negligenze e sperpero di fondi

Diritti in Movimento non si limita a denunciare l’incapacità di offrire un alloggio decente alla famiglia. L’associazione punta il dito contro l’utilizzo scellerato dei fondi destinati alle politiche sociali. Mentre il Comune si vanta di inaugurare servizi come il “Welfare d’accesso”, la famiglia in questione non ha mai ricevuto neanche l’informazione necessaria per usufruire dell’assegno di cura per la disabilità gravissima di uno dei figli.

Fondi pubblici usati per “teatrini e concertini”

“Rispondo con contezza che i FONDI incassati da questa amministrazione e dalla passata per le politiche sociali sono il quintuplo di quello che hanno incassato le altre amministrazioni”, tuona Angela Rizzo. Eppure, questi fondi vengono utilizzati per finanziare eventi effimeri come concerti e giochi per strada, mentre le famiglie come la sua sprofondano nel degrado e nell’abbandono.

Un appello per il silenzio e la dignità

Diritti in Movimento chiede al Sindaco di Messina di non replicare alle accuse, perché “ogni limite è stato superato”. L’associazione auspica un “religioso silenzio” da parte di chi ha mortificato questa famiglia e i sogni dei suoi figli, sperperando denaro a loro destinato. La richiesta è semplice: dignità e un intervento concreto per garantire alla famiglia una vita decente.

La storia della famiglia seguita da Angela Rizzo e Diritti in Movimento è solo un esempio delle tante realtà dimenticate a Messina. E’ ora di dire basta al degrado e allo sperpero di risorse. La dignità dei cittadini non ha prezzo.

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