Non mancano le reazionipolitiche dopo i dubbi da parte del Ministero dell’Ambiente al progetto del Ponte.
“La commissione tecnica VIA del ministero dell’Ambiente ha demolito il progetto definitivo sul ponte sullo stretto di Messina chiedendo 221 richieste di integrazioni. Dopo il comitato scientifico della società ponte sullo stretto, che aveva fatto 68 osservazioni contestando l’assenza di studi sismici e di prove del vento, arrivano le richieste di integrazione della commissione tecnica. Una domanda al ministro Salvini e all’AD della società stretto di Messina Ciucci: ma esiste un progetto definivo? O quello che avete presentato è quello di 15 anni fa che era stato bocciato nel 2012 dal ministero dell’ambiente? Quello che sta accadendo con il ponte sullo stretto è gravissimo ecco perché ogni qualvolta ci saranno notizie e documenti utili li presenteremo all’ autorità giudiziaria. Così in una nota il deputato di AVS Angelo Bonelli.
“È evidente che il cronoprogramma accelerato imposto da Salvini, con l’intento di aprire i cantieri il più presto possibile, non è compatibile con i tempi necessari per una valutazione accurata e completa dell’impatto ambientale e sociale del progetto” – Così in una nota Palmira Mancuso coordinatrice regionale di Più Europa – “Le quarantadue pagine inviate dal Ministero dell’Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto Fratin, al Ministero delle Infrastrutture e alla società Stretto di Messina, smentiscono nella sostanza la narrazione portata avanti dai sostenitori del Ponte, che si rivela solo strumento di propaganda, già costata centinaia di migliaia di euro”.
“Come volevasi dimostrare, la pioggia di richieste di documenti integrativi sul Ponte di Messina arrivata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica certifica le enormi carenze di un progetto vecchio, raffazzonato e per nulla definitivo. Il bluff di Salvini messo in piedi dal ministro per sostenere le proprie ambizioni elettorali comincia a venire allo scoperto. Altro che via entro l’estate, di questo passo i cantieri slitteranno alle calende greche. Quest’opera oltre che inutile rischia di bruciare una valanga di soldi pubblici. Seguiremo passo passo tutte le tappe e chiederemo conto e ragione di ogni euro speso, segnalando eventuali danni erariali alla Corte dei Conti in una terra che non può permettersi di sprecare soldi. I siciliani sono già stati depredati di un miliardo e trecento milioni che dovevano servire per strade, autostrade, ospedali o per potenziare le reti idriche carenti che questa estate ci faranno soffrire la sete”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.