“È giunta a nostra conoscenza la notizia dell’iscrizione in massa delle Assistenti Sociali del Comune al partito politico “Sud chiama Nord”. Risulta infatti che un considerevole numero di assistenti sociali, tutte recentemente assunte a tempo indeterminato e appartenenti allo stesso servizio sociale professionale, si siano iscritte al partito di Cateno De Luca “presentate” dall’assessore alle Politiche Sociali Avvocata Alessandra Calafiore, che sarebbe chiamata a difendere con i numeri delle iscrizioni il suo ruolo nella macchina di potere deluchiana.
Se quanto rappresentato non fosse smentito – dichiara in una nota Palmira Mancuso, coordinatrice regionale di Più Europa – chiediamo l’intervento dell’Ordine Nazionale e Regionale degli assistenti sociali, perché ci troveremmo di fronte a un grave danno all’immagine della professione e all’indipendenza dell’Ufficio Pubblico, fondamentale nel sistema di tutela della popolazione fragile, minore, anziana e disabile.
Posto che nel nostro paese chiunque può fare politica e iscriversi a qualsiasi partito, risulta quantomeno curioso che quasi tutte le assistenti sociali sentano la necessità di aderire al partito dell’assessore al ramo e dell’ex sindaco. E nel modulo che ci è pervenuto (precompilato) i soci di “Sud chiama Nord” si “impegnano a seguire la linea politica, programmatica e le iniziative del partito”.
Ricordiamo che il Servizio Sociale Professionale svolge un ruolo cruciale come interlocutore dei Tribunali ordinari e minorili, della prefettura per i temi riguardanti i migranti, e del Comune stesso per quanto concerne il riconoscimento di sussidi specifici per cittadini in condizioni di povertà e per l’assegnazione in deroga degli alloggi comunali. Inoltre, si occupa del controllo delle comunità e delle case famiglie, delle case di riposo e di tutte le progettualità attivate con finanziamenti statali e comunitari.
Pertanto questa vicenda descrive in maniera chiara l’ingerenza della politica di Cateno De Luca in tutte le maglie della città soprattutto nei servizi che si occupano di controllo. Come fa il controllore ad essere autonomo nel giudizio se fa parte dello stesso sistema del controllato?
È evidente infatti il rischio di perdita di autonomia professionale e istituzionale dei professionisti che, nel loro mandato, hanno anche la responsabilità del controllo dei servizi erogati ai cittadini dalle partecipate del Comune.
Il vaso di Pandora dei servizi sociali a Messina è ormai scoperchiato – conclude Palmira Mancuso – e continueremo a batterci contro la logica dei servizi comunali usati come bancomat del consenso elettorale. Perché di Politico, in tutto questo, non vi è nulla”.