Il Fatto quotidiano rivela un’inaspettata complicazione nei piani di Matteo Salvini per il Ponte sullo Stretto di Messina. Il governo ha deciso di bloccare una norma che escluderebbe per tre anni Stretto di Messina, la società concessionaria dell’opera, dalle misure di spending review.
L’emendamento, incluso nel decreto Milleproroghe in discussione alla Camera, è stato presentato formalmente da alcuni deputati leghisti, ma è risultato essere una precisa richiesta di Pietro Ciucci, presidente di Stretto di Messina, su incarico diretto di Salvini. La norma avrebbe posticipato al gennaio 2027 l’inserimento di Stretto di Messina nell’elenco dei soggetti pubblici a cui si applica la spending review, consentendo così alla società di evitare restrizioni finanziarie per tre anni.
La decisione è stata presa su indicazione di Palazzo Chigi e l’emendamento non è stato votato. Solo un intervento del governo potrebbe salvarlo. La questione, diventata uno scontro tra amministrazioni, sarà affrontata nel pre-Consiglio dei ministri di oggi.
Nel frattempo, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein insieme ai leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, hanno depositato un esposto alla Procura di Roma sulle presunte “opacità” nella gestione del progetto del ponte da parte di Stretto di Messina e del Ministero delle Infrastrutture.
Il documento segnala diversi “profili di opacità”, inclusi tempi sospetti nella consegna di documenti e incontri tra Salvini, Ciucci e l’ex ministro Pietro Lunardi. Si chiede un’indagine su questi incontri, oltre a ricordare gli allarmi lanciati dall’Anac e i rialzi in Borsa di Webuild (azienda coinvolta nel progetto) a ridosso del decreto. Salvini ha replicato accusando il “partito dei NO” di utilizzare i tribunali per bloccare l’opera.