La Cgil Messina torna ad evidenziare come sul tema degli asili nido pubblici nonostante le risorse, la città sia ancora distante dal raggiungimento del livello essenziale delle prestazioni. “Una situazione – dichiarano il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti e la segretaria confederale con delega al welfare Stefania Radici – che determina disuguaglianze sociali e discriminazioni”.
La Cgil Messina osserva come a fronte di somme per colmare la carenza di posti il gap rimanga considerevole
“Nel 2021, nel comune di Messina – fa presente Radici, analizzando la situazione degli ultimi anni – vi erano 148 posti autorizzati negli asili nido pubblici, a copertura solo del 3,2% dei bambini da 0 a 2 anni (4701). Il privato ne copriva 161, facendo raggiungere a Messina la percentuale complessiva del 6,6%. Percentuali molto distanti dal 33% di target, indicato dalla Legge di Bilancio 2022 quale LEP, Livello Essenziale delle prestazioni, ossia livello minimo da erogare a garanzia dei diritti civili e sociali degli individui. Al fine di raggiungere l’obiettivo di servizio, il Comune di Messina ha ricevuto dal Fondo di solidarietà comunale 1.120.276,25 euro per il 2022; 1.663.964,55 euro per il 2023 e 2.101.086,93 euro per il 2024. Inoltre dai Fondi strutturali 2014-2020, ossia dai fondi di derivazione comunitaria volti a colmare divari territoriali, era previsto un finanziamento complessivo su vari progetti pari a 5.005.479 euro con la stima di 149 posti aggiuntivi. Fondi che ci auguriamo siano stati utilizzati, perché dovevano essere spesi entro dicembre 2023 pena la restituzione all’Unione europea. Intanto i lavori non ci risultano ultimati e nessun nuovo posto pare ancora allo stato attuale creato”. “Dal PNRR ancora – aggiunge – è previsto un finanziamento di 856.000 per un nuovo asilo a Rione Taormina, che si prevede copra 27 posti, ma anche questo sembra sia in forte ritardo”.
La Cgil fa inoltre presente come il Ministero dell’Istruzione si accinge ad emanare un nuovo bando da 6-700 milioni per finanziare 25.000 nuovi posti negli asili nido in Italia, e rimediare al brusco taglio prodotto dalla revisione del PNRR chiesto dal governo nazionale alla Commissione europea.
“Messina – proseguono il segretario generale e la segretaria della Cgil Messina – ha urgente bisogno di risorse per aumentare il numero di posti negli asili nido offerti alle famiglie, ma non basta aggiudicarsi le risorse per i progetti, bisogna realizzarli ed anche in fretta. Messina non si può permettere queste lentezze, sia per i bambini che hanno bisogno di essere inseriti sin dall’infanzia in circuiti virtuosi di crescita, socialità e opportunità, sia per i genitori e le mamme in particolare, su cui gravano le maggiori responsabilità di cura dei figli. Se a livello nazionale nel 77% dei casi, le convalide di dimissioni di genitori con figli tra 0 e 3 anni è ascrivibile alle donne, al Sud e a Messina la condizione di genitorialità è ancora più penalizzante in ambito lavorativo. Solo il 37,8% delle madri meridionali con figli fino a 5 anni ha un lavoro contro il 65,1% al Centro-Nord, dove i servizi per l’infanzia sono molto più diffusi”.
“Mentre l’Europa si allontana alzando il target al 45% al 2030, Messina rimane ferma al palo”, sottolineano ancora Patti e Radici che osservano: “E quando si guardano i dati su un’economia in stagnazione e le imprese che chiudono, non ci si può dimenticare del fatto che una bassa partecipazione al lavoro di donne e giovani, combinata a condizioni di lavoro di scarsa qualità, determina povertà diffusa e basso potere d’acquisto. Non può esserci crescita e sviluppo se fette di società stanno ai margini o fuori dal mercato del lavoro”.