La Procura di Messina ha concluso le indagini relative agli appalti per lavori e forniture presso l’Università di Messina, in seguito ai rilievi mossi dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). La vicenda coinvolge otto indagati, tra cui l’ex rettore Salvatore Cuzzocrea, il direttore generale Francesco Bonanno, e diversi imprenditori, tra cui Daniele Zenna, Raffaele Olivo, Giuseppe Cianciolo, Santo Franco, Michelangelo Geraci e Rosaria Ricciardello. I reati contestati sono turbativa d’asta e falso del pubblico ufficiale in concorso.
Gli appalti sotto inchiesta riguardano l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare dell’università, il restauro dei prospetti e la sistemazione di due residenze universitarie. Nel corso dell’inchiesta, l’Autorità nazionale anticorruzione aveva sollevato dubbi sulla regolarità di tali appalti attraverso una delibera emessa nell’aprile 2022.
La conclusione di questa parte delle indagini rappresenta solo uno dei filoni dell’inchiesta: un altro riguardante i rimborsi è ancora in corso e riguarda il coinvolgimento dell’ex rettore sull’assegnazione di pagamenti significativi alla Divaga, una società agricola di sua proprietà, amministrata insieme alla moglie Valentina Malvagni e gestita dalla madre Eugenia Maria Salvo.
Il dipartimento di scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali dell’università è dunque nuovamente al centro dell’attenzione. Durante il consiglio del 29 gennaio, è stata ratificata una serie di spese del 2023, tra cui i pagamenti effettuati alla Divaga. Queste ratifiche riguardano affidamenti di servizi e forniture, manutenzione, acquisti di attrezzature e materiali, organizzazione di eventi e fornitura di elementi per un maneggio coperto. Le spese sono state effettuate nel contesto di vari progetti di ricerca, molti dei quali vedevano Cuzzocrea come responsabile scientifico.
La nuova direttrice del dipartimento di scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali, Nunziacarla Spanò, ha convocato il consiglio. Spanò, che ha sostituito Sebastiano Campagna dimessosi durante lo scandalo legato ai rimborsi, ha difeso le ratifiche di spesa come attività amministrativa normale del dipartimento. Ha sottolineato che le nomine delle commissioni di vari concorsi e le spese superiori ai 10.000 euro sono state ratificate in conformità con il regolamento di ateneo.
La nuova indagine interna scattata dopo le dimissioni di Cuzzocrea ha evidenziato ulteriori dettagli sugli importi erogati dal 2018 al 2023 relativi ai progetti in cui Cuzzocrea era responsabile scientifico. La situazione mette ulteriormente sotto pressione l’Università di Messina, già alle prese con le conseguenze di uno scandalo che continua a scuotere la sua reputazione. La comunità accademica è chiamata a riflettere su quanto è stato fatto per l’ateneo e a gestire le conseguenze delle iniziative mediatiche che hanno segnato gli ultimi mesi.