Tra ottobre e dicembre 2023 il giornalista Fabrizio Bertè, 33anni collaboratore precario di “Repubblica” da Messina, e il suo editore, hanno ricevuto, dai legali delle persone citate in due articoli, l’annuncio di querele per diffamazione e due diffide a versare entro un mese 1,5 milioni di euro a titolo di risarcimento danni. Le diffide intimano al giornalista di rivelare le fonti dei suoi articoli, pubblicati sull’edizione siciliana del quotidiano.
GLI ARTICOLI contestati riferiscono gli sviluppi giudiziari e il contesto di un’inchiesta della Procura di Messina sulla regolarità di appalti del valore complessivo di 37,5 milioni € assegnati, fra settembre e dicembre 2021, dall’Università di Messina con affidamento diretto per acquisti e lavori.
Gli articoli riferiscono che si tratta di appalti pubblici sui quali l’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) ha segnalato alcune inadempienze. Riferiscono anche alcuni accertamenti della Procura di Catania sullo svolgimento di un concorso per dirigente amministrativo dalla cui graduatoria è stata scelto uno dei firmatari delle assegnazioni degli appalti, che ora insieme a un altro vincitore di quel concorso ha reagito con querela e richiesta di danni .
I legali di queste due persone, ritenendosi citate negli articoli in termini scorretti e offensivi, chiedono 500mila euro di risarcimento danni ciascuno per ogni articolo pubblicato. Oltre ad annunciare querela, hanno presentato un esposto al consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia.
L’ARTICOLISTA – Fabrizio Bertè, che ha firmato gli articoli, ha detto che la richiesta di risarcimento milionaria non è stata preceduta da richieste di precisazione o rettifica. “Io sono un giornalista precario. E’ facile immaginare – ha dichiarato a Ossigeno – che queste diffide ti travolgono. Non schiacciano solo la tua vita lavorativa, ma anche quella personale. Sono un vero e proprio freno alla libertà di stampa. Peccato che non si parli di questi bavagli come e quanto si dovrebbe. Ringrazio Ossigeno per la vicinanza in questa vicenda”.
La notizia della querela temeraria è stata pubblicata del sito ossigeno per l’informazione, nato per documentare e analizzare il crescendo di intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti italiani, in particolare contro i cronisti impegnati in prima linea nelle regioni del Mezzogiorno, nella raccolta e diffusione delle informazioni di pubblico interesse più scomode e, in particolare, nella ricerca delle verità più nascoste in materia di criminalità organizzata.
Messinaora, con la direttrice respondabile Palmira Mancuso, esprime solidarietà al cronista già protagonista di una spiacevole vicenda che riguardò la sua permanenza in Questura a seguito di una protesta che stava seguendo per il quotidiano nazionale.