“Avete mai notato come ogni volta in cui si intende muovere un attacco personale ad un personaggio pubblico, meglio ancora se politico, si ricorra sempre ad un linguaggio sessista declinato al femminile?
Si parla di prostituzione politica e prostitute politiche per attaccare presunti scambi, di verginità politica e perdita di verginità per fare riferimento ad una perdita di sincerità o ad un cambio di valori, di stupro politico (espressione di grandissima violenza verbale) per intendere una forzatura delle finalità istituzionali a favore di accordi più o meno leciti.
Tutte queste espressioni, e le altre consimili, hanno in comune una visione dell’universo femminile e di ciò che attiene alla sfera intima e sessuale, denigratoria, sessista e violenta.
Io penso che sia giunto il momento di affermare il valore del rispetto reciproco, del confronto civile e democratico e soprattutto che sia giunto il momento di smetterla di utilizzare le donne, e tutto ciò che le riguarda, come una metafora retriva di condotte licenziose e immorali.
La lotta alla discriminazione e il contrasto ad ogni forma di violenza contro le donne deve partire dal linguaggio, proprio perché il linguaggio costituisce la manifestazione del pensiero. Un linguaggio poco sviluppato è indice di un pensiero poco articolato e non abituato al confronto. È chiaro quindi che intervenire sul linguaggio, rifiutando l’utilizzo di espressioni sessiste e offensive, significa agire sul pensiero, sulle modalità con le quali questo si articola e si sviluppa prima ancora di essere veicolato all’esterno attraverso le parole che scegliamo di usare.
È per questo che ritengo, insieme a molti altri prima di me, che le parole hanno un peso e un ruolo nella società che vogliamo costruire e in quella che vogliamo consegnare ai nostri eredi. Ed è per questo che io rifiuto e condanno ogni forma di espressione che ricorra a metafore sessuali e che alludono a condotte violente come forme ordinarie di azione. Invito pertanto tutti coloro che rivestono cariche pubbliche ad impegnarsi formalmente condannando ogni forma di espressione sessista, discriminatoria e violenta e condannando chiunque vi faccia ricorso e che deve essere considerato un soggetto inagibile politicamente e nel dibattito civile e democratico.” Così la senatrice Dafne Musolino di Italia Viva.