“Secondo le statistiche in Italia circa il 40% della popolazione soffre di malattia da reflusso gastroesofageo, nei paesi occidentali l’incidenza è variabile dal 20 al 40% della popolazione. Questa patologia è inoltre molto diffusa anche a livello mondiale ed ha un impatto sociale molto importante per due motivi: innanzitutto perché se sintomatica condiziona in negativo la qualità della vita delle persone e poi dal punto di vista economico perché essendo una malattia cronica richiede una terapia long term e controlli diagnostico strumentali costosi. Dal punto di vista terapeutico sono tanti i farmaci che vengono utilizzati, negli ultimi anni in particolare, l’uso di prodotti naturali come gli alginati (un polimero di origine naturale che viene ricavato dalla parete cellulare di svariate alghe) in associazione agli inibitori della pompa protonica (prazoli) hanno dato dei risultati molto efficaci nel trattamento dei sintomi della patologia”. A dirlo il prof. Carmelo Buda professore aggregato presso l’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica con Hospice dell’Azienda Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina e responsabile della Gastroenterologia e endoscopia digestiva del Poliambulatorio Ciprea di Messina, partecipando ad un workshop nella sede di Laboratorio Farmaceutico Erfo a Villafranca Tirrena, nel messinese sul tema nuove terapie per reflusso esofageo.
“In particolare l’alginato in associazione con l’acido ialuronico – prosegue Buda – viene utilizzato non solo nella gestione dei sintomi della malattia da reflusso, ma anche nella gestione delle complicanze in particolare nelle forme di reflusso con esofagite erosiva, perché oltre all’azione antiacida si associa anche quella cicatrizzante dell’acido ialuronico”. Nei pazienti che non hanno una risposta completa con le tradizionali terapie è dunque consigliabile l’associazione con prodotti naturali perché, come dimostrato da molti studi, aumentano l’efficacia della terapia in termini di miglioramento dei sintomi e a volte anche della risoluzione degli stessi. L’uso prolungato degli inibitori della pompa protonica, che rappresentano la prima scelta terapeutica nella malattia da reflusso, può determinare nel tempo problemi a livello osseo in termini di osteoporosi, fratture spontanee soprattutto nelle donne in menopausa ed anche un’alterazione importante della flora batterica intestinale con aumento di alcune specie di batteri quali gli streptococchi e gli stafilococchi. Ci sono degli studi di comparazione – conclude Buda tra alcuni gruppi trattati solo con inibitori della pompa protonica e gruppi trattati con anche con alginati e acido ialuronico, in quest’ultimi la terapia associata ha determinato un evidente miglioramento della sintomatologia clinica”.
Della stessa opinione il dott. Andrea Rinciari responsabile del reparto di Otorinolaringoiatria presso il Poliambulatorio Ciprea a Messina, che sottolinea la rilevanza di distinguere il reflusso faringo-laringeo da quello gastroesofageo. Mentre il quadro sintomatologico del reflusso gastroesofageo è noto per epigastralgia, pirosi e dolore retrosternale, il reflusso faringo-laringeo si manifesta con sintomi quali globo faringeo, tosse, disfonia, scialorrea, odinofagia, gola secca, rinorrea, ostruzione nasale ed erosione dentale con quadri obiettivi da non sottovalutare. La corretta diagnosi richiede da parte dell’otorinolaringoiatra un esame strumentale endoscopico, come il rinofibrolaringoscopico, ideale anche per la ricerca dei tumori. Presso il Poliambulatorio Ciprea a Messina, nel reparto di odontoiatria, munito di supporto TC Cone Beam e ortopantomografia, vengono studiate e curate anche le erosioni dentali causate dal reflusso”.
Al workshop ha partecipato anche il presidente dell’Ordine dei medici di Messina dott. Giacomo Caudo che ha sottolineato: “Siamo ben contenti che esistano anche queste soluzioni naturali per la cura di queste patologie e siamo orgogliosi che il Laboratorio Farmaceutico Erfo sia riconosciuto in ambito internazionale per i prodotti di qualità, assurgendo ad una duplice funzione: da un lato quella di garantire un’adeguata assistenza ai cittadini con nuove terapie, nello stesso tempo potenziando le possibilità del territorio. Non è una cosa di poco conto in sanità, dal momento che è regionalizzata, quindi fare sì che un’area abbia delle potenzialità maggiori che indirettamente si riflettono nella qualità dell’assistenza fornita. Altro aspetto riguarda la qualità della vita dei pazienti poiché avere delle soluzioni che danno un rimedio più efficace è importante. L’obiettivo della sanità è quello di garantire la migliore qualità possibile della vita anche nei confronti dei bisogni di salute così detti minori”. Infine, è intervenuto anche il dott. Francesco Cutè, responsabile Medical Division di Erfo, che ha evidenziato: “Il nostro obiettivo, è quello di valorizzare la rete di collegamenti nel territorio siciliano, dove si trova il nostro laboratorio. Pur essendo conosciuti in ambito nazionale ed internazionale ed essendo quotati in Borsa, infatti, vogliamo far crescere la nostra presenza e le nostre collaborazioni anche qui, e lavorare sempre di più nella ricerca per migliorare i nostri prodotti e continuare ad assumere nuovi competenti giovani professionisti, evitando la fuga dei cervelli”.