Il 4 novembre 2023 avrebbe segnato il 78esimo compleanno di Beppe Alfano, un coraggioso cronista che ha lavorato per il quotidiano “La Sicilia”. Ma come sappiamo, Alfano non è riuscito a festeggiare questo traguardo, poiché è stato brutalmente ucciso davanti alla sua abitazione a Barcellona Pozzo di Gotto l’8 gennaio 1993, all’età di 48 anni. Una morte che continua a tormentare la sua famiglia e su cui ancora restano molti interrogativi.
La figlia di Beppe Alfano, Sonia, ha condiviso il suo dolore e la frustrazione che la sua famiglia prova a causa del modo in cui la memoria di suo padre è stata trattata, in particolare riferendosi all’assessora alla Cultura del Comune di Barcellona, Angelita Pino, che ha recentemente tenuto una diretta social dal cimitero, durante la quale ha menzionato le tombe di vari personaggi illustri di Barcellona. Non ha fatto menzione di Beppe Alfano, un giornalista che ha dedicato la sua vita a documentare la realtà della sua terra. Questo ha scatenato la rabbia di Sonia Alfano, che considera questa omissione come un oltraggio alla memoria di suo padre.
A rendere ancora più amara la recente ricorrenza dei defunti, così come riferito da Salvo Palazzolo su Repubblica, è la recente decisione della giudice delle indagini preliminari di Messina, Claudia Misale, che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Messina riguardo all’ultima parte delle indagini sull’omicidio. Questo nonostante le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Carmelo D’Amico, che aveva indicato uno dei presunti esecutori materiali.
L’unico condannato per l’omicidio di Beppe Alfano è stato il boss Giuseppe Gullotti, considerato uno dei mandanti. Tuttavia, il movente di questo omicidio rimane ancora oscuro. L’avvocato Fabio Repici, che rappresenta la famiglia del cronista come parte civile, ha sottolineato che Beppe Alfano stava indagando sulla latitanza del boss Nitto Santapaola nella sua zona, informazioni conosciute anche da poliziotti e agenti dei servizi segreti.
Il gip di Messina ha respinto la richiesta di indagare sul revolver calibro 22 “North American Arms” utilizzato nell’omicidio di Beppe Alfano e su quanti di questi revolver fossero in circolazione in Italia al momento del delitto. La giudice ha dichiarato che non ci sono risultati investigativi specifici che giustifichino ulteriori approfondimenti.
Nonostante le sfide e le delusioni, la famiglia di Beppe Alfano e il loro avvocato non si arrendono: «Bisogna continuare ad indagare — hanno dichiarato — così avrebbe fatto Beppe Alfano davanti a un caso difficile. Ma non possiamo restare soli, tutta la società civile deve continuare a chiedere verità e giustizia per i suoi cronisti uccisi».