Volano gli stracci tra Azione ed Italia Viva, e a farne le spese in ordine di tempo è stata l’ex ministra Mariastella Gelmini, rimossa “a sua insaputa” dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato. La decisione è stata presa dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e il suo capogruppo, Enrico Borghi che hanno assegnato il ruolo alla new entry Dafne Musolino, che gioca le sue carte in Parlamento dopo aver chiuso i ponti con Cateno De Luca.
Gelmini ha annunciato la sua rimozione attraverso un post su Facebook, sottolineando che la decisione non è stata presa da lei, ma da Renzi e Borghi, senza nemmeno ricevere una comunicazione diretta da parte loro. Ha espresso la sua delusione per quanto accaduto, criticando il modo in cui è stata gestita la situazione e sottolineando la mancanza di “stile” nella comunicazione.
La sostituzione è stata definita come una scelta ponderata da parte di Itaia Viva, con l’obiettivo di portare maggiore capacità e affidabilità alla commissione ed Enrico Borghi, ha risposto pubblicamente a Gelmini: «Cara Maria Stella, visto che ti sei abituata a disertare le riunioni del gruppo dove si affrontano questioni, per portarle in pubblico, ti risponderò pubblicamente: ritengo che Musolino sia più capace e affidabile di te in prima commissione. Tocca al capogruppo decidere. E ha deciso, sapendo di esprimere il consenso maggioritario del gruppo. Tutto qui. Stai bene». A Borghi, anche lui un Iv di recente conversione (eletto nel Pd se ne è andato in disaccordo con la leadership Schlein), Carlo Calenda ricordava ieri che quando si è trattato di farlo capogruppo, Azione, «pur potendolo per statuto non aveva messo il veto».
Questa sostituzione e la risposta di Borghi evidenziano le tensioni tra Azione e Italia Viva le cui strade verso le Europee sembrano ormai distanti e non destinate ad incontrarsi.