«Centouno anni fa, il 4 ottobre del 1922, i socialisti democratici e riformisti italiani guidati dal fondatore del Psi, Filippo Turati, fondarono il Partito Socialista Unitario, il soggetto politico che fu più perseguitato dal regime fascista. In quella formazione militarono Claudio Treves, Camillo Prampolini, Carlo Rosselli, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, insieme a tanti altri compagni, tra cui il siciliano Vincenzo Vacirca, che sarà di nuovo al fianco di Saragat nel 1947. Segretario della prima forza della sinistra italiana interamente socialdemocratica e riformista fu Giacomo Matteotti: in nome dell’internazionalismo e del rifiuto di ogni imperialismo che caratterizzarono le battaglie del nostro venerato martire della libertà e dei suoi compagni, oggi noi Socialdemocratici chiediamo un sostegno concreto agli armeni dell’Artsakh (o Nagorno Karabakh), vittime dell’imperialismo turco-azero come gli ucraini lo sono di quello russo». Con queste parole, Antonio Matasso, segretario regionale del Sole nascente in Sicilia e componente della segreteria nazionale, ha lanciato un appello all’Unione Europea perché sanzioni la dittatura dell’Azerbaigian, chiedendo altresì a tutti i cittadini a cui sta cuore la dignità e la libertà dei popoli oppressi di sostenere l’Armenia Fund, attraverso una donazione dal sito www.armeniafund.org.
Nei giorni scorsi, quasi tutta la popolazione armena della regione contesa è fuggita in seguito all’aggressione delle truppe azere, responsabili di bombardamenti indiscriminati contro i civili, che hanno causato anche la morte di numerosi bambini. Dopo aver affamato il territorio con un blocco illegale, l’Azerbaigian ha violato la tregua e proceduto all’annessione di aree in cui da sempre vive la popolazione cristiana armena: a dispetto delle rassicurazioni espresse dal dittatore azero İlh am Aliyev, gli occupanti hanno aperto il fuoco contro secolari chiese e monasteri armeni, gridando alla popolazione di andarsene. «Una minaccia particolarmente seria, visti i precedenti legati al Genocidio armeno, nel momento in cui è proferita da soldati armati fino ai denti che parlano una lingua turca», sottolinea Matasso.
Nei giorni scorsi il sindaco socialista di Marsiglia, Benoît Payan, che è in parte di origine armena, ha evidenziato la responsabilità del regime russo nell’aver consegnato gli armeni dell’Artsakh alla satrapia di Baku, alleata del despota turco Erdoğan. Ogni ulteriore inerzia, secondo i Socialdemocratici, concorre ad avvicinare il rischio di un nuovo genocidio.