La recente ondata di tensioni e aggressioni al carcere di Gazzi, segnalate dai sindacati della polizia penitenziaria, getta un’ombra preoccupante sulla già difficile situazione delle carceri italiane. Per Palmira Mancuso, della Direzione Nazionale di Più Europa: “Questi episodi confermano quanto affermiamo da tempo: le nostre carceri sono diventate contenitori della marginalità sociale, anziché luoghi di riabilitazione”. Giulio Perticari, portavoce del Gruppo +Europa Messina, aggiunge: “Dopo quanto avvenuto a Gazzi, concordo pienamente con le valutazioni espresse dalla FP CGIL. Esprimo la mia profonda solidarietà agli agenti di polizia penitenziaria che continuano a subire violenze. È evidente che c’è un bisogno impellente di un cambio di rotta gestionale. Chiedo l’istituzione di un tavolo permanente sulle criticità che coinvolga sindacati, associazioni, ordini professionali, partiti e istituzioni.”
Giuseppe Serafino, responsabile Giustizia per il Gruppo +Europa Messina, sottolinea ulteriori problemi del sistema penitenziario: “Troppe volte assistiamo all’abuso della custodia cautelare, soprattutto per i soggetti più vulnerabili. Le strutture di sostegno psicologico sono inadeguate e c’è una carenza di comunicazione tra la popolazione carceraria e la magistratura di sorveglianza. Serve un canale di comunicazione più fluido.” Serafino prosegue sottolineando l’importanza di tempi di risposta più rapidi alle istanze dei detenuti: “Troppe volte queste richieste restano inascoltate per mesi, sepolte nei meandri burocratici degli istituti penitenziari. Questo non può e non deve accadere.”
La preoccupazione cresce in assenza di figure istituzionali deputate alla tutela dei diritti dei detenuti. “Abbiamo richiesto la nomina di un garante comunale a Messina, una figura essenziale”, ricorda Mancuso. Più Europa rivolge quindi un appello all’ex magistrato Santi Consolo, ora garante per i diritti dei detenuti in Sicilia: “Guardi a Messina, signor Garante. La situazione qui richiede attenzione immediata e azioni concrete”.