Mentre alcuni comuni ricevono “aiuti” da Messina, i messinesi sono lasciati ad affrontare una crisi idrica incombente.
Dario Carbone, Consigliere Comunale di “Fratelli d’Italia”, ha richiamato l’attenzione su due particolari interventi: l’invio di autobotti d’acqua al Comune di Roccalumera e dei lavori straordinari per riattivare una condotta per Taormina. La sua domanda è semplice ma incisiva: perché queste risorse sono state allocate a questi comuni mentre Messina soffre?
Infatti, la cruda realtà è che i messinesi si confrontano da mesi con gravi problemi d’acqua. Famiglie intere non possono fare nemmeno una doccia se non con acqua in bottiglia. La situazione è così disperata che alcuni residenti hanno ricorso alle docce pubbliche sulle spiagge, portando con sé shampoo e bagnoschiuma. Zone come Torre Faro, Ganzirri, Santa Cecilia e viale Boccetta sono tra le più colpite.
E mentre i messinesi lottano con la penuria d’acqua, il Comune di Messina sembra concentrare le sue risorse altrove. Carbone sottolinea che il Sindaco Basile ha commentato l’aiuto ad altri comuni affermando che “tra Comuni ci si aiuta”. Ma ci si chiede: a quale costo per i messinesi?
Nel 2015, la hashtag #messinasenzacqua ha attirato l’attenzione nazionale sulla crisi idrica nella città dello Stretto. Ma sembra che la lezione non sia stata appresa. Le promesse dell’ex sindaco Cateno De Luca, come quella dell’acqua H24, sono rimaste solo parole. E la nuova amministrazione, sotto Basile, sembra seguirne le orme.
L’AMAM, ente responsabile della gestione dell’acqua, continua a operare in una modalità di emergenza. Nonostante le rassicurazioni fornite nel 2020 sulla “piena efficienza dell’AMAM” e le promesse di risolvere il problema, la realtà rimane drammaticamente diversa.