La situazione all’Università di Messina si infiamma proprio in un pomeriggio di luglio contrassegnato dal bollino rosso. L’elemento che accende gli animi è un comunicato del Decano, il professor Letterio Bonina, rivolto a tutto il personale docente, tecnico e amministrativo dell’Ateneo. Nel documento, Bonina annuncia di aver firmato il decreto per l’indizione delle elezioni a Rettore e punta il dito contro i vertici che avrebbero ignorato tale provvedimento.
Il professore Bonina ha fissato la data del primo turno elettorale per il 29 settembre, proprio il giorno prima del suo ritiro in pensione. Il secondo turno è previsto per il 6 ottobre, seguito dal ballottaggio il 13 ottobre. Tuttavia, la legge 382 del 1980 prevede che le elezioni debbano essere convocate sei mesi prima della scadenza del mandato, che per l’attuale Rettore Cuzzocrea è metà aprile 2024.
La nota di Bonina, con le date da lui fissate, ha generato non poche polemiche.
Bonina cita l’art.9 comma 3 dello Statuto dell’Università, che assegna al Decano il compito di convocare il corpo elettorale, votazioni che devono avvenire almeno 90 giorni prima della scadenza del Rettore in carica. Tuttavia, il decano esprime la sua delusione per il fatto che, oltre 24 ore dopo l’invio del suo decreto di convocazione, il provvedimento non è stato pubblicato.
Nonostante il rifiuto del Direttore Generale, Francesco Bonanno, di pubblicare il decreto, il professor Bonina ha insistito e ha inoltrato una diffida all’Amministrazione per procedere senza indugio alla pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni.
La vicenda ha scatenato discussioni accese tra il personale dell’Ateneo, e si prevede che continuerà a generare dibattiti nei prossimi tempi. Le incertezze riguardano non solo i tempi previsti dalla legge 382, ma anche la partecipazione del corpo elettorale: gli studenti e i docenti che iniziano il 1 ottobre potrebbero non avere la possibilità di votare.
Al momento, i candidati ufficiali sono due: il professor Michele Limosani e la prorettrice Giovanna Spatari, che però non ha ancora formalizzato la sua candidatura. Nel frattempo, circolano voci su un possibile intervento della ministra Anna Maria Bernini, che potrebbe prorogare il mandato dei rettori in scadenza.
Il Rettore Cuzzocrea ha risposto alle accuse del Decano sottolineando la sua sorpresa per i toni utilizzati nella lettera. Ha inoltre affermato che il Direttore Generale risponderà alle questioni giuridiche e amministrative sollevate.
In una recente nota, il Decano Bonina ha ribadito la sua posizione e ha espresso il suo rammarico per l’accusa di aver violato l’etica accademica e la collaborazione leale tra istituzioni. Nonostante ciò, Bonina si dice pronto a modificare il calendario delle elezioni, purché l’Amministrazione non frapponga ulteriori ostacoli all’indizione delle stesse.
Ecco il testo integrale della missiva:
“Carissimi tutti,
desideravo comunicarvi che nulla è giunto in merito alle annunciate motivazioni tecniche e giuridiche che hanno indotto il Direttore Generale della nostra Università a non procedere alla pubblicazione del decreto di indizioni delle elezioni. Alla luce di ciò e cogliendo l’invito rivoltomi dalla comunità accademica desidero condividere alcune considerazioni.
È a tutti noto che esistono potenzialmente due candidati; il prof Limosani che ha annunciato pubblicamente la sua candidatura e la prof.ssa Spatari che ha reso nota la possibilità di scendere in campo alla luce delle sollecitazioni che tanti colleghi le hanno rivolto. Sono stati organizzati, inoltre, nelle diverse aree scientifiche incontri per discutere di basi programmatiche da sottoporre all’attenzione dei candidati e si avanzano già idee, progetti in vista della futura elezione. Esprimo l’auspicio che altre candidature maturino in questo periodo, in ossequio al principio della partecipazione e del pluralismo che deve contraddistinguere la vita della nostra comunità, ma nessuno può mettere in discussione il fatto che la campagna elettorale sia già iniziata.
Sulla base di queste evidenze, ritengo giusto chiarire ulteriormente le motivazioni che mi hanno indotto a redigere il decreto prima della pausa estiva. Nel rispetto del ruolo che la legge in qualità di Decano mi assegna, avevo ritenuto di indire le elezioni secondo un calendario che a me era sembrato ragionevole e appropriato, innanzitutto per garantire che il programma elettorale del futuro Rettore possa legittimamente costituire la base per l’elaborazione del Piano Strategico Triennale, che dovrà essere inviato al Ministero entro il 31 dicembre. Si tratta di uno strumento di fondamentale importanza che inevitabilmente impegnerà le scelte della futura amministrazione. Tali tempistiche, vista l’articolato processo che porta alla redazione e approvazione del piano, non potrebbero essere rispettate se tutta la procedura non venisse incardinata prima della pausa estiva.
Inoltre, prima di individuare il calendario della procedura ho verificato che fosse in linea con quanto avvenuto nella nostra Università e negli altri atenei negli ultimi anni, anche considerando la pausa agostana.
A ciò si aggiunga che tanto a livello locale, quanto su scala nazionale da mesi circola la notizia – mai pubblicamente smentita – di un’iniziativa parlamentare in materia universitaria che modificherebbe il mandato dei Rettori, portandolo da uno a due mandati di 4 anni, ciascuno con la possibilità di una proroga di 2 anni a quei Rettori in scadenza di mandato. Mi pare del tutto evidente che la diffusione di tale iniziativa all’interno della comunità rischia di condizionare la futura scelta della data delle elezioni a Messina. Per questo va assicurata la certezza della data del voto, liberando sin da subito la comunità da ogni sorta di dubbio.
Allo stesso tempo, sono pronto ad accogliere le riflessioni di tanti colleghi circa l’opportunità di avere maggiore tempo per il dibattito all’interno della comunità accademica. Ritengo tuttavia che non si debba rinunciare a denunciare il vero vulnus democratico al quale tutti abbiamo assistito, ossia la mancata pubblicazione dell’atto di indizione, senza alcuna giustificazione e autorità. Se perdiamo il riferimento delle regole, se decidiamo che un decreto, invece di essere impugnato o discusso, può semplicemente essere tenuto in un cassetto senza alcuna ragione formale, allora siamo di fronte a uno scenario allarmante.
La mia storia accademica testimonia che sono una persona libera e autonoma scevra da condizionamenti e interferenze personali e familiari. Non devo affrontare progressioni di carriera e non devo proteggere alcun parente all’interno della mia Università; la pensione è alle porte. La mia indipendenza e libertà, così come la mia determinazione sulla scelta di indire le elezioni, è stata scambiata per un atto di forza e di mancanza di rispetto per la comunità. Sono dispiaciuto e rammaricato, ma non per questo demotivato.
È per questa ragione che auspico che l’Amministrazione condivida l’esigenza di sgombrare il campo da ogni sospetto e non frapponga ulteriori ostacoli alla indizione delle elezioni. Da parte mia sono pronto a modificare l’articolazione del calendario prevista nel decreto.
Prof. Letterio Bonina”