Oggi, Palermo si appresta a commemorare il trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio, un tragico evento che ha lasciato un segno indelebile nella storia della città. La memoria del giudice Paolo Borsellino e dei suoi “angeli custodi” – Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina – verrà onorata con una serie di iniziative e cerimonie.
Tuttavia, l’atmosfera di unità e commozione che dovrebbe caratterizzare questo giorno è stata offuscata dalle polemiche degli ultimi giorni. Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, ha esortato a respingere coloro che vogliono portare corone e onori fasulli in via D’Amelio, definendoli “avvoltoi”. Ha anche criticato le esternazioni del ministro Nordio, che sembrano mirare a demolire la legislazione pensata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per combattere la criminalità organizzata, soprattutto riguardo all’articolo del concorso esterno in associazione mafiosa.
Le divisioni nel mondo dei “buoni” emergono con chiarezza in un contesto di successi contro la mafia. Se da una parte le forze dell’ordine hanno inflitto colpi importanti all’arroganza violenta delle cosche, dall’altra si osserva una frattura tra i sostenitori della legalità. La premier Giorgia Meloni, presente a Palermo per le commemorazioni, è stata oggetto di polemiche in quanto si è sfilata dal corteo organizzato dalla destra, una fiaccolata tradizionale che si svolge ogni anno il 19 luglio.
Ci saranno due cortei: uno organizzato dal Forum 19 luglio, di matrice destra, e una manifestazione promossa da tredici sigle, tra cui la Cgil e le Agende rosse. Queste divisioni all’interno del movimento “buono” fanno emergere un uso strumentale della memoria di Paolo Borsellino e degli altri caduti, creando una frammentazione dannosa.
Padre Gianni Notari, direttore dell’Istituto Arrupe, ha sottolineato che la vera memoria dovrebbe essere unita, libera da strumentalizzazioni e interessi personali. Il ritrovamento di quell’unità fondante è cruciale nella lotta contro la mafia e per onorare davvero il sacrificio di coloro che hanno dato la vita per la legalità.
In questo contesto, l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, celebra la Messa alla chiesa di Santa Maria della Pietà alla Kalsa, dove ha recentemente parlato con forza contro il connubio tra cosa nostra e spaccio di droga. La città si unisce nel commosso ricordo delle vittime e nel rinnovare l’impegno a combattere la criminalità organizzata.
Tuttavia, il trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio lascia ancora aperte molte domande. Le motivazioni della sentenza sul depistaggio fanno emergere elementi che suggeriscono la partecipazione di soggetti diversi da Cosa Nostra nell’attentato. La memoria di quella tragica giornata è tutt’altro che limpida, oscurata da misteri e ombre.
Alle 16:58, l’ora esatta della strage, la città si fermerà in un minuto di silenzio per ricordare quei momenti bui e dolorosi. Palermo è una città ferita ma determinata a non dimenticare, a riaffermare la legalità e a lottare contro ogni forma di criminalità, con la speranza di costruire un futuro migliore per le generazioni a venire.