La nomina di Pietro Ciucci come amministratore delegato della Società Stretto di Messina ha sollevato più di qualche sopracciglio, soprattutto per il suo passato già noto nel settore delle infrastrutture. Con un annuncio che sembra più un déjà vu che una vera novità, Ciucci torna ad assumere un ruolo di primo piano nel progetto del Ponte sullo Stretto.
Con un passato come presidente di Anas dal 2006 al 2015, Ciucci sembra essere una scelta “innovativa” nel riportare indietro le lancette dell’orologio e riprendere da dove aveva lasciato la Società dello Stretto nel lontano 2013. Un vero e proprio “ritorno al passato” che sicuramente farà la felicità dei nostalgici.
La Società Stretto di Messina, appena ricostituita, sembra quindi ripercorrere le orme di un’epoca passata. Tuttavia, i sostenitori di Ciucci sostengono che la sua esperienza pregressa sarà un valore aggiunto per il completamento di questa “straordinaria” opera. Nonostante i dubbi e le perplessità sulle scelte dietro questa nomina, il nuovo Consiglio di Amministrazione, guidato da Ciucci e presieduto da Giuseppe Recchi, si prepara a scrivere un capitolo “nuovo” nella lunga storia del Ponte sullo Stretto.
La Stretto Spa, una società completamente pubblica, rappresenta un altro tassello dell’ infinito puzzle del bussiness legato al Ponte, con la partecipazione di importanti attori come RFI, Anas, la Regione Siciliana e la Regione Calabria.
Mentre molti sono i critici che si domandano se questa sia davvero una scelta “innovativa” o semplicemente un “ritorno al passato”, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, si mostra entusiasta per il completamento del Ponte sullo Stretto. Con l’ironia che lo contraddistingue, Salvini ha affermato che “il ponte unirà finalmente l’Italia dopo 50 anni di chiacchiere e soldi spesi, creando anche 100 mila posti di lavoro, soprattutto per i giovani siciliani e calabresi. E chi meglio di Ciucci potrebbe portare avanti questa sfida? È un vero esperto nel tornare indietro nel tempo!”
Nonostante le ironie e le perplessità, il progetto del Ponte sullo Stretto sembrerebbe ormai inevitabile. Resta solo da vedere se il “nuovo” volto di Pietro Ciucci sarà davvero in grado di portare a termine questa “grande opera” e lasciare un segno indelebile nella storia italiana, o se sarà solamente un nuovo capitolo di un déjà vu senza fine. La prima patata bollente sarà certamente quella degli espropri. E visti gli annunci sulla tempistica, tutto sembra una grande propaganda che comincia già a drenare denaro pubblico.