di Martina Galletta – Si è svolto tra il 29 marzo e il 5 aprile il progetto Erasmus+ dell’associazione EUducation Italy, uno scambio giovanile che ha coinvolto 36 giovani provenienti da Italia, Grecia, Polonia, Austria, Nord Macedonia e Slovacchia, con l’obiettivo di acquisire conoscenze e condividere esperienze sul significato delle etichette sugli imballaggi (punto verde, simbolo delle tre frecce, simbolo dell’uomo ordinato, PET, HDPE, PVC, LDPE, PP, PS, simbolo riciclaggio vetro, alluminio, SIGRE, simbolo 3 R), imparando ad interpretare l’impatto ambientale del loro uso. Per una settimana, quindi, i giovani si sono ritrovati all’interno del Tindari Village Camping di Furnari utilizzando metodi di educazione non formale, nonché il sistema del learning by doing, e lasciandosi guidare dal facilitator Emanuel Caristi.
«Le etichette dei prodotti contengono una grande quantità di informazioni che influenzano le decisioni di acquisto dei consumatori – spiegano gli organizzatori – Per il consumatore moderno l’etichettatura di alimenti, prodotti chimici per la casa o prodotti per la cura della persona è una fonte essenziale di conoscenza del prodotto e di come utilizzarlo e successivamente separarlo. Il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori mira a fornire ai consumatori informazioni affidabili sui prodotti e sull’imballaggio».
«I produttori stanno rispettando le nuove esigenze del mercato apponendo molte delle etichette necessarie sugli imballaggi, ma osservando ciò che ci circonda, abbiamo notato che non tutti i consumatori sono consapevoli dell’importanza delle singole icone e del loro impatto sull’ambiente e sui consumi – sottolineano – Condividendo le esperienze tra i partner che abbiamo deciso di coinvolgere in questo progetto, abbiamo potuto vedere che c’è una percezione nell’opinione pubblica che i giovani non sono consapevoli delle loro decisioni di consumo e prendono decisioni di acquisto sotto l’influenza di emozioni e pubblicità, senza prestare attenzione all’etichettatura».
_«Insieme ai nostri partner abbiamo cercato di indagare su questo problema organizzando un quiz per testare la conoscenza delle etichette – continuano – Su 600 persone intervistate, solo il 20% conosceva la risposta a 1⁄3 dei simboli dati. Abbiamo voluto approfondire l’argomento e abbiamo iniziato a chiedere nelle nostre case e scuole se i simboli trovati sui prodotti erano familiari e se, dopo averli identificati, sapevano dove gettare la bottiglia o l’etichetta di un particolare prodotto. Si è scoperto che la maggior parte delle persone lo fa d’impulso, intuitivamente, perché non ha familiarità con il significato delle etichette. Dopo l’analisi con i partner, siamo giunti alla conclusione che l’etichettatura sui prodotti al dettaglio è utilizzata nei nostri paesi, ma la mancanza di conoscenza dell’etichettatura di base può avere un impatto drammatico sull’ambiente che ci circonda. Una scarsa separazione dei rifiuti può, a lungo termine, aumentare il costo dello smaltimento dei rifiuti e inoltre non contribuisce alla riduzione dei rifiuti. Pertanto, abbiamo deciso di realizzare uno scambio di giovani durante il quale abbiamo conosciuto quali etichette sono presenti sui prodotti nei nostri paesi e pianificare come diffondere la conoscenza del packaging sostenibile e della gestione consapevole dei rifiuti nelle nostre famiglie».
Durante lo scambio giovanile i partecipanti si sono anche impegnati in iniziative come quella di pulire la spiaggia di Furnari, e hanno anche avuto modo di visitare luoghi turistici della Sicilia come Montalbano Elicona e l’Argimusco.