Riceviamo e pubblichiamo una nota di “Invece del Ponte” sulla stima degli eventuali tempi di realizzazione dell’opera:
Come la Fata Morgana avvolge con le sue nebbie lo Stretto di Messina, anche i discorsi sulla realizzazione del ponte sono avvolti da nebbie, e da queste emerge sempre la stessa domanda: ma quanto tempo ci vorrebbe?
Se pensiamo ai tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Sicilia -autostrade, svincoli, porti, ospedali- bisognerebbe misurare il tempo di realizzazione del fantomatico ponte in secoli anziché in anni.
E allora, invece che fidarci delle promesse di chi ci racconta anche la favola dell’alta velocità in Sicilia, proviamo un confronto con dati ufficiali che possono dare ulteriori indicazioni rispetto a quelle siciliane.
Ci vengono in aiuto i rapporti sul tempo di attuazione delle opere infrastrutturali, pubblicati dall’Agenzia della Coesione (vedi www. agenziacoesione.gov.it).
Dall’ ultima edizione dello specifico rapporto si evidenzia che per per un’opera di importo superiore a 100 mln di € il tempo di conclusione dei lavori è 15,7 anni.
Se il ponte, come sembra, dovrà avere un costo 100 volte superiore ai 100 mln (cioè 10 mld di €) anche questi tempi dovrebbero essere incrementati in modo significativo. Estrapolando i dati del rapporto si arriverebbe a decine di anni ma poiché questo dato non è ufficialmente esposto non lo utilizziamo e riteniamo credibile, sulla base dei dati presenti nel rapporto, assumere un tempo di 25-30 anni, ad essere generosi.
Un’indicazione ancora più attinente è quella relativa alla realizzazione del ponte Akashi-Kaikyō (secondo ponte al mondo con i suoi quasi 2.000 m di campata unica), realizzato in dieci anni dai giapponesi, che sappiamo eccellere a livello mondiale per capacità organizzativa.
Ricordiamo però che il ponte del sol levante è lungo poco meno di 2000 m (contro i 3300 della campata del nostro) ed è stato realizzato esclusivamente per trasporto gommato, un ponte cioè infinitamente più semplice di quello di cui si favoleggia per lo Stretto di Messina, che prevederebbe anche i binari ferroviari.
Un altro confronto utile è quello con un’importante opera pubblica italiana, la TAV e in particolare con il terzo valico (https://terzovalico.mit.gov.it/il-terzo-valico/costi-e-tempi/). In questo caso si tratta di dati ufficiali forniti a fine 2022, direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il cui titolare è l’onorevole Matteo Salvini. L’opera, a differenza del ponte, è interamente finanziata per un importo di 6,346 mld di €, significativamente meno del ponte ma è un ordine di grandezza comparabile. Tra le informazioni reperibili sul sito si legge: La realizzazione del Terzo Valico è iniziata nell’aprile 2012 e l’ultimazione dell’opera è prevista per il 2024. A ottobre 2022 l’avanzamento complessivo è (però ) di circa il 53 % dell’importo totale. Se facciamo i conti, dopo 10 anni (aprile 2012-ottobre 2022), siamo a metà dell’opera e quindi la fine dei lavori sarà non nel 2024 ma nel 2032; 20 anni per un cantiere da 6,4 mld di €. Cantiere certamente molto più semplice di quello del ponte, non fosse altro per il fatto che si opera con tecnologie di realizzazione ben consolidate, per il ponte si sa, è ancora tutta una scommessa.
Se assumiamo allora per il ponte i parametri che derivano da questi dati si ottiene un tempo per la sola realizzazione intorno ai 35 anni. E se valutiamo anche i tempi necessari per progettazione e approvazioni, che per il terzo valico sono stati di circa 13 anni, si può ipotizzare per il ponte un tempo totale di una cinquantina di anni. Sapendo che le fasi conclusive dei cantieri sono caratterizzate da una maggiore produzione e che certamente si potrà agire con un DSI (Decreto-salvo-intese) sul fattore tempo, anche da questo confronto otteniamo ottimisticamente un tempo di circa 25-30 anni.
E, per non sparare sulla croce rossa, evitiamo di commentare i tempi di opere pubbliche che i messinesi e i siciliani conoscono bene, lo svincolo Ritiro e la frana di Letoianni sono lì a ricordarlo agli smemorati.
In conclusione, i tempi realisticamente ipotizzabili vanno ben oltre i 5 o 6 anni di cui la propaganda si nutre.
È probabile allora che molti dei professionisti del taglio del nastro – che già più volte hanno brindato all’inizio dei lavori del ponte – avranno difficoltà a mettere in agenda l’evento.