di Ketty Costa – Ogni volta che se ne parla, il Ponte sullo Stretto, diventa oggetto di dibattito, e in quest’occasione Cambiamo Messina dal Basso è già pronta mobilitarsi per fermare la costruzione della “Grande Opera”.
Cambiamo Messina dal Basso anche in quest’occasione non si tira indietro, ed è già pronta a reagire per impedire la costruzione della “Grande Opera”. Da un comunicato si legge: “Ieri il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto che dà via libera alla costruzione del ponte sullo Stretto. Squilli di trombe, rulli di tamburo, consuetitoni trionfalistici da parte di Salvini, che spera di legare il suo nome ad una “grande opera”, del tutto inutile ed estremamente dannosa per il nostro territorio.
Lui, insieme ai suoi sodali, sa benissimo che il ponte non potrà mai essere realizzato ma intanto promette solennemente che entro il 2024 avverrà la posa della prima pietra.
Ed in effetti, il rischio maggiore in tutta questa storia grottesca che ci riporta indietro di 10 anni, quando, venne liquidata la Società Stretto di Messina, è che in modo cinico e spregiudicato vengano avviati i lavori, con cantieri destinati a rimanere aperti per decenni. I danni ambientali sarebbero enormi, ma da un lato l’illusione che il ponte sia un’opera strategica per lo sviluppo della Sicilia, del Mezzogiorno e dell’intero Paese, dall’altro il miraggio di laute prebende per alcuni personaggi, fanno scomparire per magia numerosi dubbi e fondate perplessità, da più parti espresse, sulla convenienza di un’opera che devasterebbe il territorio e determinerebbe un vergognoso spreco di risorse che dovrebbero essere investite per ben altre finalità. Cambiamo Messina dal Basso è da sempre nettamente contraria al ponte per tutta una serie di motivazioni più volte espresse nel corso degli anni. Oggi piùche mai sentiamo la necessità di ribadirle, senza peraltro entrare nei risvolti tecnici su cui numerosi esperti hanno fatto sentire la loro voce di dissenso.
Ci limitiamo solo a ricordare che la presunta “ottava meraviglia del mondo” dovrebbe avere un’unica campata di 3,3 Km. Al mondo non esiste nulla di simile. Ed inoltre: torri alte circa 400 metri, 533 mila metri cubi di blocchi di ancoraggio, 4 cavi di acciaio lunghi 5300 metri e con diametro 1,24 metri.
Tutto questo in un territorio ad alta densità sismica, reso fragile da un grave dissesto idrogeologico, con problemi atavici per l’arretratezza della rete ferroviaria, per le condizioni in cui versano le autostrade, per la mancanza di opere pubbliche indispensabili per la collettività.
Abbiamo bisogno di scuole e di ospedali, di parchi e di luoghi di aggregazione, abbiamo bisogno di strade agibili e di colline messe in sicurezza, abbiamo bisogno di potenziare le infrastrutture, di fare concretamente quanto è nelle nostre possibilità per combattere la crisi climatica.
Abbiamo bisogno di un numero maggiore sia di treni che consentano rapidi spostamenti, sia di navi per l’attraversamento dello Stretto.
Abbiamo bisogno urgente della messa in sicurezza sismica di tutto il patrimonio edilizio.
Fino ad oggi per inseguire pervicacemente questo dissennato progetto sono stati buttati al vento circa un miliardo di euro, tra progettazioni, strascichi giudiziari e richieste di risarcimenti.
Pensiamo veramente di sperperarne come minimo altri sette?
Qualcuno ancora può credere alla favola dei 150mila posti di lavoro?
CMDB, insieme alle altre realtà cittadine No Ponte, si mobiliterà con ogni mezzo per impedire questo scempio”.
Teresa Frisone – ai microfoni di MessinaOra – dichiara: “L’assoluta contrarietà alla costruzione del ponte sullo Stretto énel DNA di Cambiamo Messina dal Basso. Per tutta una serie di motivazioni, prima fra tutti la sua inutilità ai fini di una mobilità sostenibile, poi i danni irreversibili che una simile opera faraonica procurerebbe all’ambiente, infine lo spreco di ingenti risorse che dovrebbero essere investite per realizzare tante “piccole” opere pubbliche necessarie e urgenti per i reali bisogni della collettività.Da decenni, ciclicamente si parla del ponte, strumento di propaganda politica ed elettorale, si disputa sulla sua fattibilità, sulle sue criticità e nei frattempo enormi flussi di denaro sono andati a riempire le casse della Società Stretto di Messina, liquidata nel 2013 ed ora rimessa in gioco, nonostante ciò possa confliggere con le leggi europee sulla concorrenza. Veramente incomprensibile una simile decisione cosi come assurda appare la tanto sbandierata necessità di procedure straordinarie ed urgenti. È sotto gli occhi di tutti che le cose non stanno affatto così. Noi di CMdB siamo sempre stati No ponte -perché una simile mostruosità deturperebbe la maestosa bellezza del nostro Stretto, luogo di transito per tante specie di volatili e di mammiferi marini.
-perché, con le caratteristiche dell’opera, ormai a tutti note, l’impatto ambientale sarebbe terribile sotto tutti i punti di vista.
-perché il nostro è un territorio sismico
–perché quotidianamente siamo costretti a constatare l’arretratezza della rete ferroviaria e autostradale
-perché di fronte ad un acquazzone violento, ad una grandinata, a forti raffiche di vento abbiamo paura che accadano delle tragedie
-perché bisogna affrontare il dissesto idrogeologico con la messa in sicurezza del territorio.
Ecco, queste sono solo alcune motivazioni per cui diciamo No al ponte”.