Dopo il varo del provvedimento relativo al Ponte sullo Stretto in Cdm, il Mit rende noto che “si riparte dal progetto definitivo del 2011 che verra’ adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali”. Il nuovo iter autorizzativo “dovra’ bollinare il Ponte strallato piu’ lungo al mondo (3,2 chilometri), che rappresentera’ il fiore all’occhiello dell’arte ingegneristica italiana.
Secondo quanto annunciato da Matteo Salvini entro l’estate del 2024 partiranno i lavori: “Il ponte nasce come norma del dicembre 1971, non era nato, c’era Aldo Moro ministro degli Esteri, è già costato svariate centinaia di milioni di euro agli italiani, tra progetti, ritardi, fallimenti, cause. Io adesso, entro il 31 luglio 2024, da cronoprogramma, ho intenzione di far approvare il progetto esecutivo”. Ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture parlando ai microfoni di Radio Anch’io su Rai Radio 1.
Ieri intanto il Consiglio dei Ministri ha approvato il ritorno in vita della società “Stretto di Messina”, che scenderà da 9 scenderà a 5 componenti, affiancata da 9 massimi esperti tra rettori universitari e ingegneri di fama mondiale, e che avrà il compito di aggiornare i costi dell’intera opera dalle stime del 2011 al 2023. “Le previsioni minori – ha proseguito il ministro – comportano per la sola Sicilia un aumento di ricchezza tra i 5 e i 6 miliardi di euro all’anno per maggiori velocità”.
Ma sullo Stretto la rete No Ponte è in pieno fermento e domenica 26 marzo alle ore 10 è stata convocata una assemblea cittadina in Piazza dell’Angelo a Torre Faro.
Non mancano le critiche al progetto da parte del Wwf che ha dichiarato come sia “fallimentare puntare su un’opera dagli elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari”, mentre secondo Legambiente sarebbe “una cattedrale nell’evidente deserto della mobilità”.