“Recentemente è apparsa la notizia delle centraline acquistate dalla Raffineria di Milazzo: esse non sono il frutto di un atto di generosità, bensì il “contentino” per un accordo-truffa stipulato quasi 5 anni fa a danno della salute dei cittadini.
All’epoca bisognava rinnovare l’autorizzazione della Raffineria. A tal riguardo i Sindaci dei comuni di Milazzo e San Filippo del Mela avevano impartito, sulla base di una ben precisa istruttoria tecnica, le prescrizioni necessarie per tutelare la salute pubblica. Tali prescrizioni avrebbero notevolmente ridotto l’inquinamento, in quanto prevedevano limiti più restrittivi alle emissioni.
Si sarebbe trattato di una svolta epocale, che i vertici della RAM hanno cercato a tutti i costi di evitare.
Purtroppo ci sono riusciti: il 28 marzo 2018 la RAM propose ai due Sindaci un accordo: in cambio della rinuncia alle prescrizioni, la Raffineria avrebbe donato due centraline e finanziato l’ennesimo studio sanitario.
Se a qualsiasi abitante della valle del Mela venisse chiesto di rinunciare a ridurre l’inquinamento e i rischi per la propria salute, in cambio della promessa di altre due centraline condite dall’ennesimo “studio”, siamo più che sicuri che la risposta sarebbe, nella gran parte dei casi, una sonora pernacchia.
Invece i Sindaci dell’epoca accettarono l’offerta iniqua e strumentale della RAM, rinunciando a tutelare la salute pubblica ed a ridurre le emissioni.
Non sappiamo se i due Sindaci si rendessero conto delle conseguenze nefaste che questo accordo avrebbe comportato e comporterà sulla salute e la vita di molti cittadini innocenti.
E’ chiaro che le centraline e il fantomatico “studio” rappresentassero un semplice espediente per evitare le prescrizioni sanitarie.
Tale “studio” peraltro non mai è stato effettuato: in effetti sarebbe stato troppo ridicolo aggiungere uno studio finanziato dalla RAM ai già innumerevoli (e ben più autorevoli) studi che dimostrano molteplici criticità sanitarie nella valle del Mela (l’ultimo studio condotto dall’ISS ad esempio ha dimostrato l’eccesso di nati malformati più grave d’Italia).
Anche le centraline di cui si è parlato sono di per sè poco utili, non essendo previste nel programma di valutazione dell’ARPA – unico organo deputato al monitoraggio ambientale in Sicilia -, che peraltro recentemente ha già acquisito la gestione di diverse altre centraline nella valle del Mela.
Il monitoraggio ambientale non è solo una questione di numero di centraline, bensì anche e soprattutto di quali e quanti inquinanti vengono normati e monitorati. Ad esempio le sostanze inquinanti più tipiche di una raffineria, ovvero i COV (composti organici volatili), non sono normate ed il loro monitoraggio nella valle del Mela è incostante (nonostante ciò vengono spesso riscontrati valori molto alti, con le medie annue più elevate di tutta la Sicilia).
In ogni caso le centraline più fedeli alla fine rimaniamo noi, abitanti della valle del Mela, su cui i vari studi sanitari fin qui condotti hanno dimostrato eccessi di patologie verosimilmente legate all’inquinamento ambientale.
La diagnosi quindi c’è già, a mancare semmai è la terapia, ovvero una significativa riduzione dell’inquinamento.
Lo scoglio principale in tal senso rimane la complicità del Ministero della Transizione Ecologica, che anche l’anno scorso ha violato la legge mettendo da parte, ancora una volta, le prescrizioni sanitarie impartite dai Sindaci competenti sulla Raffineria.
La speranza di avere giustizia rimane comunque viva grazie ad un sempre maggiore numero di ricorsi, di cui è importante sollecitare l’urgente trattazione”.
Firmato, il Comitato dei cittadini contro l’inquinamento nella valle del Mela