Appresane la morte, l’Arcivescovo, attraverso l’Ufficio liturgico diocesano e quello per le Comunicazioni Sociali ha subito informato tutti i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose e i fedeli laici di celebrare una Messa in suffragio in tutte le chiese parrocchiali lunedì 2 gennaio, comunicando inoltre che il 3 gennaio, avrebbe presieduto lui stesso il pontificale nella Cattedrale di Messina.
Accompagnata dal canto delle litanie, la Celebrazione Eucaristica ha, dunque, avuto inizio. L’Arcivescovo Mons. Accolla, commentando la Liturgia della Parola proclamata, si è soffermato su quelle che sono state le ultime parole del Papa emerito: “Signore, ti amo”, le quali rendono comprensibile tutto il suo vissuto. La vita di Benedetto XVI, ha proseguito l’Arcivescovo, è da sempre segnata dall’umiltà e rivolta verso l’unità di tutta la Chiesa.
Citando il pontefice, il quale diceva che uno dei compiti del pastore è pascere le pecorelle, Mons. Accolla ha aggiunto che pascere significa “amare“, che a sua volta vuol dire “morire“. Benedetto XVI ha offerto al mondo l’immagine di un “papa monaco” perché è riuscito ad incarnare nel ministero petrino la spiritualità benedettina, divenendo riflesso del santo monaco del quale ha assunto il nome al momento dell’elezione a Sommo Pontefice.
Dopo aver attenzionato, la relazione tra fede e ragione, assai cara al Papa emerito, Mons. Accolla si è soffermato sulla “conversione” quale espressione del cammino spirituale, che ogni cristiano è chiamato compiere, sorretto molto più da una fede sincera e profonda che su una ragione a volte troppo racchiusa in se stessa.
Non poteva mancare una breve riflessione sul rapporto che Benedetto XVI aveva saputo stringere con la Sicilia e i suoi abitanti: emblematico il pensiero che il Papa, trovandosi a Piazza Politeama e ispirato dal martire e beato don Pino Puglisi, ebbe sulla strage del giudice Borsellino.
La celebrazione, tra il cordoglio e la preghiera di tutti i presenti si è conclusa con la ferma consapevolezza della statura di un uomo che ha saputo farsi interprete della Volontà di Dio, in tutta la sua vita e per il bene della Chiesa, non solo durante il suo Pontificato, ma anche dopo le sue dimissioni, nei dieci anni vissuti nel monastero Mater Ecclesiae, trascorsi sempre in profonda comunione con il Santo Padre Papa Francesco.
Tutta la Chiesa che è in Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela innalza al Signore, Padre di ogni misericordia, e alla Vergine Maria, Madonna della Lettera, le sue preghiere in suffragio del Santo Padre emerito Benedetto XVI.