Semi di marijuana: ecco come stanno le cose per la legge italiana

Sono in molti a ritenere che in Italia la situazione della cannabis sia molto poco chiara, soprattutto per quanto riguarda le semenze.

Se da una parte siamo certi del fatto che la coltivazione di cannabis con THC superiore allo 0,6% sia vietata, ad oggi, non esiste una legge che impedisca il commercio di semi.

Infatti, sono sempre più le persone che decidono di rivolgersi a negozi fisici e e-commerce, com’è il caso dell’italianissimo Sensoryseeds, lo shop online dove comprare semi di marijuana in totale sicurezza.

Eppure, nonostante il governo abbia dato il via libera al collezionismo, non si potrebbe dire lo stesso della coltivazione.

Dunque, con il proposito di fare maggiore chiarezza, nel prossimo articolo analizzeremo lo stato attuale dei semi di marijuana.

Normativa sui semi di marijuana legali: qual è la situazione in Italia al momento?

Partiamo dal principio: per l’Italia, ok al collezionismo

Come abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo, la situazione sulle semenze di marijuana è particolarmente intricata, ma cercheremo di sciogliere qualche nodo e fare maggiore luce sulla questione.

 

In pratica, non c’è nessuna legge che vieti alle persone diacquistare i semi di cannabis in Italia, e il motivo è molto semplice: questi non sono classificati all’interno del Testo Unico degli Stupefacenti.

Il D.P.R. n. 309/90, infatti, fornisce un elenco completo di tutte le sostanze considerate stupefacenti e, di conseguenza, espressamente vietate dalla legge.

Dunque sì, è possibile detenere i semi di cannabis, ma che ci si può fare?

Andiamo con ordine.

La legge non vieta alle persone di acquistarli e di collezionarli. Ma le possibilità di utilizzo delle semenze finiscono qui. Infatti, il governo ha vietato espressamente la loro coltivazione ai non autorizzati, perché, all’atto d’acquisto, non è possibile prevedere se nasceranno delle piante le cui infiorescenze hanno un contenuto di THC consentito dalla normativa vigente (la legge 242/2016) che, lo ricordiamo, prevede un range di ‘tollerabilità’ tra lo 0,2% e lo 0,6% di tetraidrocannabinolo.

Ignorando questa legge, si rischierebbe di incorrere in un reato e al pagamento di una salata pena pecuniaria.

Semi di cannabis: queste le varietà disponibili in commercio

Per farla semplice, potremmo riassumere le tipologie di semenze in tre categorie:

 

● i semi a crescita rapida;
● i semi femminizzati;
● i semi autofiorenti.

 

Andiamo con ordine.

 

I semi a crescita rapida hanno, come suggerisce il loro nome, la caratteristica di crescere più rapidamente rispetto alle altre varietà.

Le semenze femminizzate sono una delle tipologie maggiormente scelte dai coltivatori autorizzati di cannabis perché garantiscono quasi al 100% di dar vita a piante di cannabis femmina. Tenete presente, infatti, che la cannabis è nota per un fenomeno conosciuto come dimorfismo sessuale, per cui la pianta può essere di sesso maschile e femminile.

È importante che un canapicoltore consideri questo aspetto durante l’acquisto dei semi, perché solo le femmine sono in grado di produrre infiorescenze.

Infine, i semi autofiorenti sono varietà che crescono indipendentemente dalla quantità di luce: infatti, ne richiedono una dose minima per completare il loro ciclo vitale, il che li rende un’ottima scelta per i coltivatori.

Semi di cannabis: qual è la posizione della Corte di Cassazione?

Non tanto tempo fa, la Consulta aveva dichiarato illegale la coltivazione delle semenze di marijuana, senza alcuna eccezione.

 

Perché?

Il motivo è molto semplice: la corte temeva che un’autorizzazione alla coltura avrebbe incentivato il commercio illegale di marijuana.

Il che avrebbe messo in pericolo l’operato dei canapicoltori onesti che non si sarebbero mai dati al traffico illecito di tale sostanza. Fortunatamente, però, la situazione volse a loro favore nel 2019, più precisamente il 19 dicembre.

Fu proprio quel giorno che la corte emise una sentenza che, in parole povere, deresponsabilizzava i canapicoltori delle conseguenze legali legate alla vendita di cannabis a terzi.

Ritornando ai semi, permane ancora il divieto alle persone non autorizzate di farli germinare perché, come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, non è possibile prevedere il quantitativo di THC che si troverà nelle infiorescenze.

Sappiamo, infatti, che il THC è una sostanza psicotropa che, se assunta in grandi quantità, è capace di indurre uno stato di dipendenza in chi la assume.

Pertanto, questa è la situazione odierna, per quanto controversa e contraddittoria potrebbe sembrare. Occorrerà solo del tempo in attesa di nuovi sviluppi.

Conclusioni

Questo articolo aveva il proposito di fornire una panoramica generale sulla legalizzazione delle semenze di marijuana.

Riassumendo, l’impossibilità di stabilire il contenuto di THC nelle infiorescenze vieta espressamente la coltivazione delle semenze da parte dei soggetti non autorizzati.

Fermo restando che non è possibile far germinare i semi, oggi si possono liberamente acquistare presso negozi fisici e online e conservarli per collezionismo o per scopi alimentari.

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