“La Casa di Vincenzo è stata in questi anni un rifugio importante proprio perché vicina alla stazione, un luogo di passaggio per chi cerca un tetto, un punto strategico per agganciare chi nella zona vive ai margini. Questa amministrazione ha prima tradito il principio per il quale era stata creata (cioè quello di accogliere tutti nell’emergenza, anche chi fosse senza documenti) aprendo le proprie porte in maniera molto discrezionale. Ora vuole addirittura trasferire la struttura, per fare posto ad un futuristico polo tecnologico di cui non si conoscono nemmeno i tempi di realizzazione. È chiaro che spostare il rifugio vuol dire renderlo irraggiungibile, visto che generalmente chi si rivolge alla struttura non è un turista capace di chiedere informazioni. L’annuncio da parte del sindaco in periodo prenatalizio, ammantato della opportunità di avere uno spazio più grande, nasconde un’amara verità: a questa amministrazione i poveri hanno sempre dato fastidio, considerandoli più una questione di decoro urbano, quindi meglio non vederli. Credo invece che se davvero l’amministrazione volesse aprire una casa per i senzatetto con più servizi può farlo, ma lasciando comunque questo avamposto di accoglienza, restituendolo alla sua originaria funzione. A volte è più importante il contenuto del contenitore, anche se in questi anni diversi sono stati gli episodi che hanno messo in cattiva luce la gestione della Casa di Vincenzo.” Così in una nota Palmira Mancuso, esponente cittadina del centro sinistra.