Il neoministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha annunciato come prima cosa, dopo pochi minuti dalla nomina al dicastero, che “il Ponte sullo Stretto è tra i miei obiettivi. Se dopo 50 anni faremo partire il cantiere e i lavori, sarà un grande passo avanti per l’ingegneria nel mondo”.
Si riapre così l’eterno dibattito sull’opera della cui concreta fattibilità se ne discute dal 1876 con Giuseppe Zanardelli che proclamava che “sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia sia unita al Continente”. Poi, il collegamento rapido tra Messina e Reggio Calabria è diventato uno deo cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi. Proprio il leader di FI, a fine agosto, come riporta il Corriere della Sera, ha ribadito di aver sempre ritenuto “che il Ponte sullo Stretto fosse una priorità assoluta e che costituisse uno dei progetti più importanti per il nostro Paese”. Un’opera piuttosto immaginaria se pensiamo che nelle varie immagini sul web (come quella accanto) non si tiene conto della presenza di case e strade sotto la campata. Con interi villagi che diventerebbeero cantieri a cielo aperto.
In una recente inchiesta Skytg24 scrive che ” il Ponte sullo Stretto non sarebbe di facile realizzazione. Nel 2021 è stato diffuso uno studio condotto sui fondali marini dello Stretto di Messina e sulla sismo-tettonica dell’area, frutto di una collaborazione internazionale tra il Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania, il Center for Ocean and Society-Institute of Geosciences dell’Università di Kiel in Germania e l’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia”.
L’analisi ha rivelato, per la prima volta, dove si trova e quali sono le caratteristiche della possibile faglia da cui ebbe origine il devastante sisma del 1908. Il terremoto, all’epoca, provocò la più grande tragedia sismica del Novecento con 120mila vittime tra Sicilia e Calabria.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Earth-Science Reviews con il titolo “The Messina Strait: Seismotectonic and the Source of the 1908 Earthquake”. L’analisi ha stabilito che la struttura che corre lungo l’asse dello Stretto è individuabile a circa 3 chilometri dalle coste della Sicilia.
Alla latitudine di Messina, la spaccatura curva verso Est penetrando nell’entroterra calabro per proseguire poi lungo l’asta fluviale del torrente Catona. Secondo le relazioni lunghezza-magnitudo, la faglia è in grado di scatenare terremoti di magnitudo 6.9, un’energia dunque molto simile a quella liberata durante il terremoto del 1908.
L’area sarebbe quindi altamente sismica. In ogni caso, nel corso degli anni, si sono susseguiti progetti che però non hanno mai visto la luce. Nel 2005 il governo Berlusconi era arrivato all’aggiudicazione dell’appalto con un bando internazionale vinto da un’impresa italiana. L’azienda che si era candidata a costruirlo, la Webuild, aveva calcolato che il ponte avrebbe creato lavoro per 118.000 persone, mentre il progetto valeva da solo 2,9 miliardi di euro, che oggi salirebbero a circa 7,1 miliardi.
Il progetto complessivo prevedeva la metro di Messina, le opere di sistemazione idrogeologica per le montagne circostanti, le strade di accesso alle strutture per far passare treno e macchine, ma non fu mai realizzato. Nel 2021 il governo Draghi aveva riproposto la costruzione del Ponte di Messina e aveva affidato alle Ferrovie dello Stato un nuovo studio di fattibilità. La relazione del gruppo di lavoro è stata presentata il 4 agosto 2021 e aveva dato indicazioni sia per il Ponte a campata unica, sia a più campate.
La nuova relazione ha indicato un ponte a tre campate come ipotesi migliore. La relazione ha poi contemplato la realizzazione di due antenne basate sui fondali profondi dello stretto, riprendendo gli studi di una soluzione lungamente dibattuta a livello di fattibilità, e scartata a inizio degli anni ’90 per inefficienze economiche e problematiche tecniche ed ambientali. Rimasto tutto fermo, spetterà al nuovo esecutivo decidere se e come realizzare il ponte.