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Spazio anche a presentazione di libri- quello su Ficarra, di docufilm e musica popolare.
Un progetto ambizioso che si snoderà sui luoghi simbolo della “rinascimento culturale ” di Ficarra, dal Convento dei Frati Minori Osservanti, al nuovo FAC Auditorium Comunale, dal Monastero Frati Minori osservanti a Palazzo Milio ma sarà l’occasione anche per scoprire il modello Ficarra che spazia tra accoglienza e cultura e che vedrà impegnati artisti, artigiani, relatori e docenti, ma soprattutto amanti di storia e dell’arte, studenti, e soprattutto viaggiatori curiosi.
Spiega Mauro Cappotto grande promotore dell’iniziativa: “Sono molteplici le motivazioni che indicono a cimentarsi nell’organizzazione di un evento di questo tipo, fra questa sicuramente la ferma convinzione che solo da una ripresa culturale possa scaturire la rinascita, anche economica e sociale di questo territorio. Accogliere la voglia della gente di recuperare la loro storia come bisogno di riappropriarsi della loro identità culturale e umana. La possibilità di costruire ulteriori occasioni di incontro tra le Amministrazioni comunali dei Nebrodi, nel tentativo di provare a rompere l’infecondo isolamento”.
“Così l’Amministrazione comunale – ha sottolineato il sindaco Basilio Ridolfo – che da anni investe nel recupero delle identità locali, nello sviluppo di azioni mirate alla crescita collettiva con particolare attenzione al profilo turistico-culturale – non a caso la rapida crescita del concetto di “museo diffuso” – ha creato un chiaro percorso di crescita applicabile in larga scala”.
Per Cappotto quest’iniziativa offre l’occasione a studiosi e cultori della materia di rendere pubblica la loro ricerca al fine di stratificare e restituire, attraverso documenti storici, la memoria di momenti storici che hanno reso i Nebrodi protagonisti nel panorama siciliano e non solo.
La scelta di onorare la tradizione degli “scalpellini” non è a caso. Come la creazione della galleria dell’araldica nebroidea realizzata su questa pietra. A Ficarra venivano realizzati manufatti lapidei intagliati nelle più importanti fabbriche di edifici ecclesiastici rinascimentali e barocchi in Sicilia, una vera e propria scuola, come quella dei “maiolicari” di Naso, i fonditori di campane di Tortorici ed altre realtà che insistevano nel territorio nebroideo.
La lavorazione dell’arenaria è stata per secoli una importante risorsa per l’economia, una realtà d’eccellenza, importante e capace di innescare “flussi migratori verso le grandi committenze”. L’evento rappresenta un’occasione, un luogo aperto e diffuso ove potranno incontrarsi e confrontarsi gli attori istituzionali, le associazioni culturali ma soprattutto tutti coloro che si interessano d’arte, di cultura e di recupero delle tradizioni.