Ancora acceso il dibattito politico per capire chi si nascaonde tra i senatori non eletti nella coalizione di centro destra, che di fatto hanno non solo permesso l’elezione alla prima chiama del senatore Ignazio Maria Benito La Russa alla seconda più alta carica della Repubblica Italiana.
Una votazione che, se da un lato ha fatto emergere quanto sia stata “finzione elettorale” l’unità dellla coalizione di cenro destra, sminuendo il ruolo (presente e futuro) di Forza Italia, con un Berlusconi ormai ridotto ad anziano satiro che pensa alla “sua” Renzulli piuttosto che alla necessità di dare un governo credibile all’Italia post Draghi, dall’altro fa emergere che l’Opposizione resta divisa e nasconde molti franchi tiratori.
Discorso a parte merita il voto che secondo LA7 e Porta a Porta è stato assegnato dalla senatrice di Sud chiama Nord, Dafne Musolino, che nonostante le indicazioni “ufficiali” del suo leader politico Cateno De Luca resta palesemente “inchiodata” da immagini e tempi di ingresso e uscita dal catafalco. Del resto anche un voto pesa in questo parlamento “ridotto”, che premia soprattutto chi sa come funzionano regole e strategie d’aula. Soprattutto con il “regalo” di una opposizone che come indicazione di voto ha dato “scheda bianca”, permettendo così ai più accorti strateghi di usare il proprio peso oltre la “disciplina di partito”. Una lezione imparata persino da Conte.
L’ingresso in Parlamento ha poi sancito la decisione di costituire in Senato il gruppo per le autonomie a cui hanno aderito Svp-Patt, Campobase e Sud Chiama Nord e che vede la senatrice messinese vicepresidente.