di Palmira Mancuso – Già con l’arrivo dei grillini sulla scena politica si è appalesata come la mancanza di cultura politica ha reso l’urlo e il disagio la leva per il consenso, fino a prendere il controllo delle istituzioni e svuotarle di senso al grido “ne di destra né di sinistra”, fino alle manifestazioni “senza bandiere”. E falcidiando la Costituzione con il taglio dei parlamentari propugnato dai populisti per “risparmiare”, e che ha cominciato a dare i suoi effetti, rendendo più fragile il Parlamento, meno rappresentativo, con quasi metà degli italiani che nemmeno sono andati a votare. Lasciando i fuori sede che volevano farlo nella impossibilità ( oltre 6 milioni di persone).
Così si è aperta la strada a chi invece guardava con attenzione il processo di smantellamento degli istituti democratici e si sfregava le mani: la destra postfascista infatti e’ molto felice di aver acquistato potere solo rimanendo se stessa, sapendo aspettare lo sfascismo degli altri. Oggi la democrazia paga per il colpevole egoismo di leader di una sinistra che ha fatto una legge elettorale per fare vincere chi va unito, e ha scelto scientemente di andare divisa.
Ora ci aspetta una stagione di repressioni dei diritti e delle libertà conquistate negli ultimi 40 anni e uno sdoganamento del postfascismo, verso una normalizzazione di atteggiamenti e regole autoritarie. E purtroppo lo faranno attraverso i metodi democratici, perché sono stati eletti per farlo. Abbiamo pochissimo tempo per evitare di svegliarci in Ungheria. Chi può fare la propria parte lo faccia. Torniamo nelle scuole a insegnare la storia, a spiegare la costituzione. Torniamo nelle piazze senza paura dei numeri e vigiliamo su ogni passo falso.