“Nel corso dell’incontro svoltosi fra il Sindaco Metropolitano e Sindaco di Messina con una parte dei neo eletti parlamentari nazionali e regionali propabilmente non si è trovato il momento per affrontare la situazione “anomala”della Città Metropolitana, in cui vige da nove anni una incomprensibile gestione, di fatto, monocratica”. Interviene a gamba tesa il gruppo civico Rispetto Messina che in una nota pone importanti questioni politiche:
“Un Ente di Area Vasta dalle enormi potenzialità, a causa della mancanza di una gestione politico-amministrativa plurale, democratica ed inclusiva, si è andato trasformando, così come le altre Città metropolitane e Liberi Consorzi Comunali siciliani, in un autentico “feudo” e feudi che sono centri di potere che gestiscono, come centro di spesa, importanti flussi di denaro pubblico, e sono recettori di fondi strutturali quali quelli relativi al “Master Plan”o al PNRR.
Una situazione che ha escluso i rappresentanti dei vari territori e delle varie realtà comunali che costituiscono la ex Provincia Regionale di Messina da qualsiasi tipo di corresponsabilizzazione gestionale e da ogni forma di controllo, favorendo così l’affermarsi, soprattutto negli ultimi anni, di una logica clientelare e personalistica.
Ma ora è intervenuto un fatto nuovo, e per certi versi eclatante, che non può non essere preso in considerazione dal Governo Regionale e dall’ARS, che in passato hanno fatto “gli gnorri”, mettendo in campo motivazioni strumentali e mezzucci per non far governare in maniera democratica tali Enti.
Difatti il Consiglio dei Ministri ha impugnato alcune norme contenute nella legge di variazione del Bilancio della Regione Siciliana, inserendo, però, un richiamo che evidenzia la violazione di principi di democraticità previsti dalla Carta Costituzionale, ed invitando a porre fine a proroghe e rinvii, procedendo alla normalizzazione della “governance” delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi in Sicilia. Così il nuovo Governo Regionale dovrà convocare le elezioni di secondo grado per i vari Consigli Metropolitani e dei Liberi Consorzi.
E sarebbe opportuno che i deputati regionali messinesi sollecitassero il ritorno ad una gestione che tenga conto dei territori con la elezione del Consiglio Metropolitano, (che funge da Giunta esecutiva ) da parte della Assemblea formata dai Sindaci e dai Consiglieri comunali dei centootto Comuni della provincia, e che nella sua configurazione dovrebbe tenere conto anche dei piccoli centri.
Anche se in futuro, così come posto in luce in una sentenza della Corte Costituzionale del 2021, il Sindaco Metropolitano dovrebbe essere eletto direttamente od indirettamente dai cittadini o dai loro rappresentanti, e non essere automaticamente il sindaco della città capoluogo di provincia, in quanto i ruoli andrebbero nettamente differenziati, ed anche perché la maggioranza della popolazione del territorio metropolitano risiede in tutti gli altri Comuni della provincia di Messina e non nel Comune di Messina”.