di Michele Bisignano – Puntualmente in occasione delle varie competizioni elettorali assistiamo da decenni alla riproposizione del”mantra” del Ponte sullo Stretto.
Ma mai si era riscontrato un tale profluvio di dichiarazioni rese a ruota libera ,che si riducono a meri slogans, reiterate in maniera ossessiva dai leader della coalizione di centro-destra ,nella sua accezione più ampia.
E così sappiamo che il ponte verrà fatto subito, che basteranno quattro anni per realizzarlo ed inaugurarlo, che sarà un munifico “regalo” per i siciliani ed i calabresi come se le ingentissime somme per realizzare tutto “il sistema Ponte”non dovessero essere soldi pubblici,e come se i siciliani ed i calabresi fossero dei “sudditi”a cui dare un contentino. E si arriva persino a sostenere che tale opera sarà fondamentale per il futuro non solo delle Regioni Sicilia e Calabria,ma per l’intero Meridione, ed ancora per il Paese Italia e per l’intera Europa. Ed a tale “litania”per fedeli osservanti ed ortodossi non si sta sottraendo nessuno;da Berlusconi che dopo averlo promesso da quasi trenta anni lo ha trasformato in una favoletta per i suoi nuovi seguaci non votanti su Tik Tok, a Salvini che ha sostituito il “Forza Ponte ” ai “Forza Etna” e “Forza Vesuvio” alla Meloni tirata per i capelli dai suoi “colonnelli”,a Schifani ed a tutti i “capetti” e candidati di questa area politica. Senza dimenticare che anche il perenne candidato De Luca qualche tempo fa aveva affermato che il Ponte lo avrebbe realizzato lui e che avrebbe avuto impresso il suo nome, come è prassi in ogni regime dittatoriale che si rispetti.
Ma a parte le facezie emergono una serie di perplessita’, alla luce anche dei dissesti idrogeologici del territorio che continuano a verificarsi .
Ma qualcuno dei sostenitori del Ponte avrà mai l’onestà intellettuale di dire ai messinesi ed ai calabresi del reggino, che per la realizzazione di una tale mega-infrastruttura passerà almeno un decennio, con lavori che prevedono anche opere connesse e di collegamento quali gallerie di decine di chilometri che sventreranno le colline di natura argillosa ed in parte edificate in maniera sovradimensionata; che tutto ciò comporterà la creazione di un enorme quantitativo di materiale di risulta che abbisognerà di enormi discariche; che per tutto il lungo periodo dei lavori un enorme quantitativo di mezzi pesanti utilizzerà, occupandoli, gli unici assi viari cittadini sia a monte che a mare, creando enormi difficoltà al traffico urbano; che nel progetto preliminare era prevista una discarica per inerti nella zona falcata; che la realizzazione di tutte le opere connesse o cosidette “compensative” avrà un impatto ambientale consistente in vaste aree della città?
Senza contare tutti gli altri aspetti che, al di là della propaganda demagogica che vede il ponte come la panacea per i mali secolari che toccano la nostra realtà, portano a far emergere perplessità, che, dato il contesto attuale, fa vedere tale opera come una sorta di cattedrale nel deserto per motivi che ben conosciamo. Ed ancora una volta tale chimera servirà ad alimentare attese, che sono state utilizzate e saranno utilizzate perche “tutto” resti come prima…
Ed anche quando dovesse essere approvato questo progetto, che dovrà prevedere anche l’attraversamento dei convogli ferroviari, per poter essere inserito nella Rete Ten T ed ottenere i finanziamenti europei, con tutte le difficoltà tecniche per far passare sulla stessa infrastruttura i treni accanto agli automezzi ed ai mezzi pesanti che trasportano materiali infiammabili e benzina, qualche mente eccelsa vuole chiarire che il territorio cittadino verrà sommerso da tonnellate in maniera inimmaginabile di materiale per realizzare tutte le opere, e vuole chiarire come verrà trasportata questa mole di materiali vari. Perché se tale materiale dovesse essere trasportato con le navi, dove approderanno nel porto cittadino insieme alle navi da crociera, traghetti ed aliscafi? Non credo sarà possibile anche perché non esistono gli spazi per le aree di stoccaggio necessarie.
Per cui bisognerà trovare un altro approdo ed aree di stoccaggio ampie in determinate zone della città, cosi come bisognerà trovare delle aree di discarica per tutti gli inerti derivanti dagli scavi delle gallerie stradali e ferroviarie.
Soltanto degli stolti possono negare che tutto ciò implicherebbe scelte penalizzanti per vaste aree della citta che verranno pesantemente interessate da tali lavori con un impatto in termini di inquinamento acustico ed ambientale pesantissimo.
Ma tali perplessità e dubbi ,insieme alla contrarietà espressa nel corso degli anni da tanti cittadini e movimenti civicimeriterebbero risposte adeguate e pertinenti,senza quella vis polemica propria delle “,fazioni” o da chi è pervaso da una forma di “monoideismo”.
E sarebbe opportuno anche che in questo ultimo scorcio di campagna elettorale si evitasse di descrivere il Ponte come la più grande meraviglia della Terra, senza evidenziare,invece,che sarebbe comunque una “cesura” su quello “Stretto” che affonda le proprie radici nel “mito”,e che avrebbe tutte le carte in regola e tutte le caratteristiche per essere annoverato fra “i patrimoni naturali dell’umanità”.