“Il tema energetico è strettamente connesso a quello climatico, ma entrambe le problematiche evidenziano, purtroppo, tutto il paradosso di un territorio che, pur custodendo ecosistemi unici ed avendo la possibilità di sfruttare sole, vento e moto ondoso, si trova in una condizione di desertificazione, di pessima gestione dei rifiuti (oltre che di altri settori strategici) e con la presenza di impianti produttivi datati”. Lo scrive in una nota il candidato alle Regionali Francesco Capria, del PD.
“La causa non può prescindere da un dato di fatto: chi sinora ha avuto responsabilità di governare in Sicilia, non ha avuto l’interesse o la capacità di farlo. E per 16 degli ultimi 21 anni, in Sicilia ha governato la destra!
Questa non è un’opinione, ma un dato storico ed incontrovertibile, così come è un fatto inopinabile che colui che si definisce “l’uomo del cambiamento” ha sempre fatto parte di questa stessa destra, ottenendo il suo primo scranno nell’Assemblea Regionale Siciliana ormai nel lontano 2006.
Ferma restando questa doverosa premessa, sono convinto che il corretto sfruttamento delle proprie risorse sia il punto di partenza indefettibile per progettare e costruire una Sicilia in grado di affrontare e superare le sfide che ha oggi dinanzi e, su tutte, quella dei cambiamenti climatici. È importante, innanzitutto, razionalizzare le risorse di acqua. In accordo con il Green Deal Europeo – punto di partenza e non certo di arrivo per affrontare il cambiamento climatico – ed alla luce delle opportunità concesse dal PNRR, è indispensabile accrescere il livello di tutela delle nostre risorse idriche. L’obiettivo è certamente quello di favorirne un utilizzo sostenibile ma, proprio per questo, è assolutamente preliminare e non più rinviabile occuparsi della protezione e del ripristino degli ecosistemi naturali.
Per questa ragione, proponiamo di agire innanzitutto sotto l’aspetto della semplificazione burocratica, sviluppando un modello organizzativo che consenta di intervenire tempestivamente, focalizzando gli obiettivi primari: il risparmio idrico, raggiungibile, innanzitutto, attraverso interventi efficaci sulla rete volti alla riduzione delle perdite; il riutilizzo delle acque depurate; il potenziamento di una rete di raccolta per le acque bianche; la copertura dell’intero territorio regionale per i sistemi depurativi e fognari.
In tema di risorse, è indispensabile poi affrontare quello della transizione energetica. La Sicilia, anche in questo, purtroppo, è fortemente in ritardo, visto ad esempio il mancato raggiungimento degli obiettivi per il 2018 ed il 2020. La produzione energetica isolana è alimentata, per il 70% da impianti termoelettrici (peraltro concentrati solo in alcune zone della Sicilia) relegando a poco più del 30% lo spazio dedicato alle fonti rinnovabili, oggi costituite per il 20% da eolico, 10% fotovoltaico e 3% idroelettrico.
Per favorire la transizione energetica occorre, quindi, riqualificare gli edifici pubblici e privati, e poi riconvertire le centrali termoelettriche, ma è altrettanto essenziale agire sull’illuminazione pubblica e sulla mobilità sostenibile, oltre che favorire ed incentivare l’efficientamento degli impianti di climatizzazione. Contemporaneamente occorre semplificare le procedure autorizzative per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, individuare gli spazi più idonei all’installazione degli impianti, ristrutturando quelli già esistenti e rinnovando le reti elettriche.
Un capitolo a parte va dedicato ai rifiuti, o meglio ai “materiali post-consumo”, un termine che racchiude in sé l’origine ed il fine di un necessario ripensamento del tema. Riciclare significa, infatti, ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali, mandando in soffitta discariche e termovalorizzatori (che, infatti, non sono finanziati dal PNRR). Devono quindi crearsi gli impianti di recupero, garantendo la prossimità di quelli di trattamento. Il tutto, però, senza dimenticare la necessità di quegli interventi da eseguirsi nel breve periodo, come l’istituzione di un fondo regionale a sostegno degli enti locali che li supporti nel sostenere i costi straordinari legati alle attuali emergenze. Senza una visione globale, non possono definirsi gli obiettivi. E senza obiettivi, non ci sono prospettive, né futuro”.